Raffaella Mennoia: «Maria De Filippi ha un’onestà rara. È il filo conduttore di tante vite, anche se molti oggi se lo dimenticano. Io no»
Lavorano insieme da trent’anni, Raffaella Mennoia, autrice di molti programmi di successo, e Maria De Filippi, e il loro rapporto non potrebbe essere più saldo, caratterizzato da una proficua collaborazione e da stima reciproca.
A raccontare di questo legame così importante è stata proprio l’autrice, al Corriere della Sera, prendendo spunto dal lavoro che c’è dietro Temptation Island, di cui De Filippi è curatrice. «Maria è il filo conduttore di parecchie vite, di gente che magari oggi se lo è dimenticato. Io no di certo», ha spiegato Raffaella Mennoia, che conobbe la conduttrice ai tempi del primissimo Amici, nel 1996, quando il programma era un talk che affrontava tematiche giovanili. Lei fece un intervento che colpì molto gli autori – ha ricordato- e poi iniziò a lavorare nel team.
Tra le qualità che contraddistinguono Maria De Filippi, Mennoia ne riconosce una su tutte: «L’onestà. È una persona onesta, anche fuori dalle telecamere. E poi è metodica, costante, intransigente, severa, ma con la giusta misura». Il lavoro è faticoso, ammette. «Lavoriamo tantissime ore, per questo ogni tanto qualcuno decide di smettere. Ma siamo tutti convinti che questa sia la via più giusta per fare programmi che funzionano».
Il 10 luglio andrà in onda una nuova puntata di Temptation Island, format di successo che, rispetto ad altre versioni internazionali, in Italia non indugia troppo sui tradimenti, che vengono fatti capire, ma non svelati. «Il tradimento in fondo è una fragilità emozionale, non è necessario mettere per forza in scena la rottura di un legame», ha spiegato al Corriere Raffaella Mennoia, «Non puntiamo alla ricerca di una spettacolarizzazione voyeuristica, ci sono delle situazioni che non mostriamo, chi vuole capire capisce: non c’è bisogno di calcare la mano, di indugiare su determinati gesti, non serve il dettaglio». L’idea di base è quella di raccontare ciò che succede davvero tra le coppie partecipanti: «Non mettiamo in scena il cattivo gusto», ha puntualizzato l’autrice, «Chiamare trash quello che mette a disagio è una scorciatoia, perché la verità non è mai trash. Se poi qualcuno si sente superiore il problema non può essere più del programma, ma dello specchio in cui ci si riflette».
Il reality, assicura, è anche realtà perché i casting sono scrupolosi e se qualcuno tentasse di partecipare per mettersi in mostra o per tentare la strada della celebrità sarebbe scoperto subito. «Ho 30 anni di esperienza alle spalle e certe cose le capisci al primo colpo d’occhio. Ti accorgi facilmente di chi viene per motivi diversi da quelli che sono nella natura del programma. Non mi è mai successo in una narrazione di pensare: “ma questo è fake”».
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