questa mattina in corteo attraverso la città
Una protesta pacifica ma decisa ha attraversato nella mattinata di domenica 6 luglio le calli di Venezia, dal terminal di Piazzale Roma fino al cuore pulsante della città storica, il ponte di Rialto. In testa al corteo, la consigliera municipale Monica Poli, nota in rete con il soprannome “Lady Pickpocket” per i video virali in cui smaschera i borseggiatori tra i turisti, e i fondatori “storici” del gruppo ‘Veneziani non Distratti’.
Un nutrito gruppo di cittadini ha preso parte alla manifestazione organizzata dal comitato nato con l’intento di denunciare l’impennata dei furti con destrezza in città e di chiedere un intervento deciso sul fronte normativo.
«Stop pickpocket!», il grido d’allarme che da mesi rimbalza sui social, si è trasformato in uno slogan da strada, alternato a cartelli e striscioni contro la riforma Cartabia, accusata dai manifestanti di rendere inefficace l’azione delle forze dell’ordine.
«Questa è una città piccola, ma alla sera Piazzale Roma fa paura. I borseggi sono all’ordine del giorno e non c’è più alcuna tutela per cittadini e turisti», ha dichiarato Monica Poli nel suo intervento in Campo San Geremia, prima di proseguire la marcia verso Rialto. «Ormai gli arresti non vengono nemmeno convalidati, le denunce finiscono archiviate. È come combattere contro i mulini a vento».
Al centro delle critiche, la riforma della giustizia promossa dall’ex ministra Marta Cartabia, entrata in vigore nel 2022, che ha limitato la procedibilità d’ufficio per alcuni reati definiti “minori”, tra cui proprio i furti con destrezza. In assenza di una querela da parte della vittima, e della presenza della stessa in udienza, l’iter giudiziario non può proseguire, rendendo difficile l’intervento immediato da parte delle forze dell’ordine anche in caso di arresto in flagranza.
E cosa dire del fatto che le “organizzazioni” malavitose (perché di questo si tratta) impiegano ragazzine sempre più giovani: di 14, 13, 12 e persino 11 anni. Come è possibile che le procure dei minori non intervengano nel fenomeno? per non parlare degli esiti violenti con cui a volte si conclude un borseggio fallito: sempre più spesso – secondo il comitato – oltre alla squadra che borseggia, ci sono dei “gorilla” pronti ad intervenire per punire chi si intromette e fa fallire il furto.
«I borseggi ormai degenerano in vere e proprie aggressioni. Ci spruzzano lo spray al peperoncino, agiscono in gruppo, sono organizzazioni criminali a tutti gli effetti», ha incalzato Poli. L’attacco al ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato diretto: «La riforma non è di Fratelli d’Italia, allora qual è il problema nel correggerla? Se ci sono storture nella procedura penale, bisogna avere il coraggio di intervenire».
Non sono mancati riferimenti critici all’intero esecutivo, incluso il Ministero dell’Interno: «Le zone rosse istituite per aumentare la sicurezza servono a poco se non c’è la certezza della pena. Mettere più agenti in strada non basta se poi i borseggiatori tornano in libertà dopo poche ore. E infatti oggi sono ancora di più».
La manifestazione ha ricevuto anche l’appoggio simbolico di numerosi commercianti del centro storico: diverse botteghe lungo Lista di Spagna e Strada Nova hanno esposto drappi bianchi come segno di solidarietà all’iniziativa. Un gesto semplice ma eloquente, che riflette il disagio di un tessuto economico costretto a convivere ogni giorno con l’illegalità diffusa.
Il corteo si è concluso senza incidenti, ma con la promessa da parte degli organizzatori di tornare in piazza qualora il governo non dovesse raccogliere il segnale lanciato da Venezia: non si fermeranno finché non sarà restituita dignità alla legalità in questa città.
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