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Quell’asse tra Biden e gli ayatollah per far fuori Trump: l’ipotesi dell’Fbi


Quell'asse tra Biden e gli ayatollah per far fuori Trump: l'ipotesi dell'Fbi

Hacker iraniani, durante l’estate, avrebbero inviato materiale top-secret a persone vicine alla campagna del presidente Joe Biden, poi ritiratosi in favore della vicepresidente Kamala Harris. Si tratterebbe, secondo quanto ha dichiarato l’Fbi, di documenti sottratti alla campagna del candidato repubblicano Donald J. Trump al fine di influenzare l’esito delle elezioni presidenziali del 5 novembre. “L’attività malevola degli attori informatici iraniani è continuata dal mese di giugno con l’invio di materiale rubato e non pubblico, associato all’ex presidente Trump, ai media statunitensi,” hanno affermato in una dichiarazione congiunta Fbi, Cisa (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) e l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale. Secondo le agenzie Usa, non sarebbe la prima volta che l’Iran viene accusato di interferire negli affari interni di altri paesi attraverso operazioni cyber.

La reazione della campagna di Trump

In risposta a queste rivelazioni dell’Fbi, Karoline Leavitt, segretaria stampa nazionale della campagna di Trump, ha affermato: “Questa è l’ulteriore prova che gli iraniani stanno interferendo attivamente nelle elezioni per aiutare Kamala Harris e Joe Biden, poiché sanno che il Presidente Trump ripristinerà le sanzioni dure e si opporrà al loro regno di terrore. Kamala e Biden devono essere chiari se hanno utilizzato il materiale hackerato fornitogli dagli iraniani per danneggiare il presidente Trump. Cosa sapevano e quando lo hanno saputo?“. Resta ancora poco chiaro se e in quale misura la campagna di Biden – e successivamente, quella di Kamala Harris – abbia letto o utilizzato le informazioni ricevute dagli iraniani contro l’avversario repubblicano. Le tre agenzie di intelligence hanno confermato che le email in questione erano non richieste e che lo staff della campagna di Biden non ha mai risposto.

Morgan Finkelstein, portavoce della campagna dell’attuale vicepresidente Kamala Harris, ha dichiarato che i dem hanno “collaborato con le autorità competenti da quando siamo venuti a conoscenza” dell’invio di queste informazioni al personale della campagna di Biden. “Non siamo a conoscenza di alcun materiale inviato direttamente alla campagna; solo alcuni individui sono stati presi di mira sulle loro email personali con quello che sembrava un tentativo di spam o phishing,” ha aggiunto Finkelstein. “Condanniamo con forza qualsiasi tentativo di interferenza da parte di attori stranieri nelle elezioni statunitensi, incluso questo atto malevolo e inaccettabile”.

Il tycoon accusa Teheran

Durante un comizio a New York, l’ex presidente Trump non ha perso tempo e ha accusato l’Iran di interferire nelle elezioni americane, sebbene abbia sottolineato di non essere sicuro di quale materiale gli hacker siano entrati in possesso e abbiano poi diffuso. “L’Iran ha hackerato la mia campagna. Non so cosa abbiano trovato, ma mi piacerebbe scoprirlo,” ha dichiarato. Il tentativo di hackeraggio e diffusione dei documenti della campagna di Trump è stato segnalato per la prima volta dalla rivista Politico lo scorso agosto, e successivamente collegato all’Iran dalle autorità federali che indagano sulle interferenze straniere nelle elezioni americane.

Secondo alcune fonti, il Dipartimento di Giustizia sarebbe pronto a formulare accuse penali in relazione a questi eventi. La viceprocuratrice generale Lisa Monaco, parlando al Aspen Cyber Summit, ha sottolineato che l’Iran rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza elettorale degli Stati Uniti quest’anno. “Stanno cercando di influenzare la campagna presidenziale, diffondendo false identità, propaganda e usando il conflitto di Gaza come miccia per alimentare le divisioni,” ha dichiarato Monaco. “Voglio essere molto chiara: non sottovalutiamo fino a che punto l’Iran possa spingersi per influenzare questa campagna”.

L’azione dell’iran

Nel mese di agosto, le tre agenzie federali – Fbi, Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale e Cisa – hanno segnalato come l’Iran stia prendendo di mira le campagne politiche americane, compresa quella del candidato repubblicano Donald Trump, attraverso operazioni informatiche e campagne di influenza. La dichiarazione congiunta sottolineava come queste azioni mirano a “generare discordia e minare la fiducia nelle nostre istituzioni democratiche“, in quanto il governo iraniano considera le elezioni di quest’anno particolarmente importanti per le sue politiche interne.

In quell’occasione, per la prima volta, le autorità federali hanno pubblicamente accusato hacker sostenuti dall’Iran di aver preso di mira la campagna di Trump, la quale la scorsa settimana ha denunciato di essere stata hackerata e di aver visto documenti interni sensibili rubati e diffusi.

Secondo fonti vicine all’indagine, anche le persone legate alla campagna Biden-Harris sono state oggetto di attacchi da parte di hacker iraniani. L’Fbi ha iniziato le indagini all’inizio dell’estate, dopo i tentativi di phishing che hanno colpito i membri di entrambe le campagne.


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