Quel legame tra dazi e turismo: dagli stranieri spesi 365 milioni in enogastronomia
MILANO – Se qualcuno ha ancora dei dubbi sul fatto che il protezionismo sia un’arma potente non solo per i danni diretti che riesce a generare nelle economie colpite, ma minaccia anche l’intero sistema economico, potrebbe leggere i dati dell’Enit sulle spese dei turisti stranieri con la lente del braccio di ferro commerciale. E vedere così che c’è una strettissima correlazione tra l’export di prodotti enogastronomici italiani e le spese che fanno, qui da noi, i turisti che provengono dai mercati raggiunti dal nostro Made in Italy. Più esportiamo, in sosanza, più attiriamo visitatori.
L’Enit ha fatto il punto su questi dati in occasione dell’Itb di Berlino, l’appuntamento globale di riferimento per l’industria del Turismo. Guardando ai flussi di stranieri, gli arrivi 2024 risultano in crescita rispetto al 2023: “Al primo posto tra i turisti esteri che scelgono l’Italia c’è la Germania (14,8% nei primi 9 mesi dello scorso anno), poi Francia (13,2%), Regno Unito (7,5%) e Usa (circa 5%)”, si legge. “Tra le motivazioni per le quali i viaggiatori stranieri scelgono di trascorrere la vacanza in Italia (oltre alle classiche legate ad arte e cultura) significativo il dato relativo ai soggiorni enogastronomici che crescono del +176%. Da esperienze di nicchia a inizi anni 2000, oggi rappresentano un trend affermato”.


Se si guarda alla spesa del solo turismo internazionale alla voce “enogastronomia” abbiamo una stima di 363 milioni di euro nell’ultimo anno.
“In termini di volumi si tratta di 1,1 milioni di visitatori stranieri che scelgono questa tipologia di soggiorno e che trascorrono all’insegna dell’enogastronomia 1,8 milioni di pernottamenti”, spiga ancora l’Enit. Anche per questa tipologia di viaggi la Germania si posiziona tra i mercati in testa al rating per pernottamenti turistici con oltre 100 mila viaggiatori che soggiornano per 361 mila notti, per un totale di oltre 58 milioni di euro di spesa solo per questa vacanza.
“Da qui emerge una correlazione diretta tra l’export dei nostri prodotti ed il turismo in arrivo”. A quanto pare il cibo e il vino sono un biglietto da visita che invoglia alla partenza. Nei primi 6 mesi del 2024 l’export di questi è risultato pari a circa 34 miliardi di euro (+7,1% su gennaio-giugno 2023, con una previsione di chiusura ’24 a 70 miliardi). “I principali Paesi destinatari delle esportazioni agroalimentari nostrane sono Germania (15,4% sul totale), Stati Uniti (11%), Francia (11%) e Regno Unito (6,8%), che si ritrovano per l’appunto tra le nazioni che maggiormente scelgono l’Italia”.
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