«Quel burqa non ci rappresenta». L’assessora: «Pregiudizi»
JESI – Campagna di comunicazione per la sicurezza stradale, arrivano le bandierine sui pali dell’illuminazione lungo via XX Luglio, viale King, viale del Lavoro. Ma tra le immagini che accompagnano i messaggi “Via piano”, “Rallenta”, “La strada è di tutti”, spunta pure una figura che attira l’attenzione critica: nella sagoma di una mamma che spinge una carrozzina col bambino, in tanti non riescono a non vedere una donna integralmente coperta da quello che può apparire un burqa.
La diatriba
E scoppia la polemica, social e politica, con la sezione jesina di Fratelli d’Italia che chiama in causa Oriana Fallaci, la «distruzione della nostra identità», la difesa di crocefissi e chiese cristiane nel mondo islamico.
Nessun burqa e nessuna figura islamica, replica l’assessora alla mobilità Valeria Melappioni: «L’unica cosa che si vede è una figura genitoriale che spinge un passeggino, un’immagine universale di cura e responsabilità. La polemica sollevata è l’ennesima dimostrazione di come si cerchi di inquinare il dibattito pubblico su un tema delicatissimo come la sicurezza stradale con futili e pretestuose interpretazioni». Interpretazioni che prendono campo in gruppi social dove si sfodera il repertorio classico della polemica anti-islamica ma c’è pure chi, condividendo l’idea che quella sia effettivamente una donna velata, apprezza la scelta in chiave di inclusione e rappresentazione di multietnicità. Richiama alla campagna, Melappioni: «Chi ha sollevato questa critica non è interessato alla sicurezza stradale.
L’unico scopo è creare divisione e alimentare il rancore, proiettando i propri pregiudizi su un’immagine volutamente universale, come le altre quattro della campagna. Se avessimo voluto rappresentare una specifica identità, avremmo utilizzato colori, forme e dettagli. Le sagome sono prive di tutto ciò proprio per includere tutti, senza distinzioni di sorta». Tra le altre figure, bimbi e bimbe, ragazzi e ragazze (si notano in questo caso capelli raccolti a coda e forse una gonna) diretti a scuola. È in effetti nei pressi di attraversamenti scolastici che la cartellonistica è installata.
«Noi – dice Melappioni – lavoriamo per rendere le strade più sicure, c’è chi perde tempo a fare crociate contro l’ombra di una figura. Respingiamo al mittente questa strumentalizzazione. La strada è un bene comune- questo il tema cruciale – e deve essere utilizzata in sicurezza da tutti, a prescindere da interpretazioni maliziose e irrilevanti. Ci interessa unicamente sensibilizzare sulla sicurezza agli attraversamenti pedonali, e ci auguriamo diventi una coscienza collettiva, senza compromessi e pregiudizi».