quattro sono mortali. Il quadro
Nel 2024 la provincia di Arezzo ha registrato 4.033 infortuni totali ogni 10mila occupati, con una variazione del -4,1% rispetto al 2023. Si sono verificati 4 infortuni mortali, di cui 3 in occasione di lavoro e 1 in itinere. L’incidenza degli infortuni in itinere sul totale degli infortuni denunciati è del 14,6%. Sono questi i principali dati emersi sul report annuale relativo alla dimensione territoriale della sicurezza sul lavoro, pubblicato dalla Fondazione studi dei consulenti sul lavoro.
Sono state in totale 74 le morti bianche registrate nel territorio toscano, addirittura 15 in più dell’anno precedente: 31 (5 in più) a Firenze, 11 a Lucca (+6), 7 a Pisa (-3), 6 a Grosseto (+4) e Siena (+3), 4 come detto ad Arezzo e a Massa-Carrara (pari al 2023 per entrambe le province), 3 a Livorno (+1) e 1 a Prato (-2) e Pistoia (+1). Il -4,1% degli infortuni ogni 10mila occupati dell’Aretino è invece la diminuzione più significativa della regione: in calo rispetto al 2023 anche a Pistoia (-2,9%), Massa-Carrara (-1,8%), Livorno (-1,7%) e Pisa (-1,4%), mentre sale a Siena (+4,1%), Firenze (+3,3%), Grosseto (+2,5%), Prato (+1%) e Lucca (+0,3%).
Per quanto riguarda gli infortuni in itinere rispetto al totale, in Toscana Firenze ha registrato il valore più alto con il 23,4% di incidenza, seguita da Pisa (19,9%), Prato (18,2%), Livorno (17,3%), Lucca (16,9%), Pistoia (14,9%), Arezzo (14,6%), Massa-Carrara (13,9%), Siena (13,2%), Grosseto (11,4%).
Il quadro nazionale: allarme incidenti in itinere
Le grandi città italiane diventano terreno critico per la sicurezza dei lavoratori. Roma e Milano sono infatti maglia nera per gli infortuni in itinere. Nel 2024, a Roma quasi un incidente sul lavoro su tre (28,6%) è avvenuto durante il tragitto casa-lavoro, il tasso più alto a livello nazionale. Milano segue con un’incidenza del 24,6%, mentre Firenze e Genova si attestano al 23,4%, e Torino al 23,1 %. All’estremo opposto, Bolzano, Crotone e Benevento registrano le incidenze più basse, rispettivamente 7,3%, 8,7% e 9,7%. A livello regionale, il Lazio rappresenta un caso emblematico per la crescita degli incidenti in itinere: nel 2024 il 25,9% degli infortuni totali e il 33,3% delle morti sul lavoro sono legati agli spostamenti casa-lavoro. Elevate anche le incidenze in Liguria (20,8%), Piemonte (19%) e Lombardia (19%), mentre Trentino-Alto Adige (8,6%) e Molise (11,4%) mostrano i livelli più contenuti.
Gli incidenti in itinere sono dunque tornati a crescere, con un +3,1% nelle denunce dei casi occorsi ai lavoratori e un +10,2% nei casi mortali (303 decessi, pari al 25,5% del totale) tra 2023 e 2024. Una tendenza che prosegue anche nel primo trimestre 2025: mentre gli infortuni complessivi calano del 2,3% e i decessi in occasione di lavoro del 2,7%, i morti in itinere registrano un’impennata del +51,3%. Secondo il rapporto, le cause sono da ricercare in fattori esterni al controllo diretto delle aziende: l’ampliamento dei bacini di pendolarità, la crescente distanza tra casa e lavoro e la fragilità dei sistemi di trasporto pubblico, che spingono milioni di lavoratori a utilizzare il mezzo privato, con conseguente maggiore esposizione al rischio. Di contro, gli infortuni nei luoghi o in occasione di lavoro sono diminuiti del 9,9% tra il 2019 e il 2024 e la loro incidenza ogni 10.000 occupati è passata da 199 a 173. Anche la componente mortale evidenzia una flessione, con un calo dei decessi dei lavoratori nello svolgimento dell’attività lavorativa da 902 a 886 (-1,8%).
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