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Quanto vale un piatto di pasta? Oltre 3,15 miliardi


Quanto vale un piatto di pasta? Oltre 3,15 miliardi

Quanto vale un piatto di pasta italiana all’estero? Oltre 3,15 miliardi di euro! Mica pochi, “e il numero è in continua crescita, siamo molto fiduciosi” ci dice Lorenzo Galanti, direttore generale dell’Ice (Istituto commercio estero ndr) che incontriamo al “World Durum and Pasta Forum”, il primo evento internazionale per promuovere e tutelare la pasta e il grano italiani. Presenti all’evento i produttori di pasta più importanti del nostro Paese, una sorta di “ambasciatori” dell’Italia nel mondo.

Della buona Italia, quella che fa sognare. D’altronde, cosa c’è di più buono della pasta? I numeri sono ottimi, già, perché il 60% della pasta che produciamo viene esportata nel mondo e “la domanda sta crescendo sempre di più” assicura Lorenzo Galanti. Dunque, c’è fame d’Italia, di pasta italiana, nonostante le imitazioni e le contraffazioni. Si è parlato anche di questo all’evento organizzato nel cuore di Roma, a Palazzo Brancaccio. Oltre 300 accreditati provenienti da tutto il mondo, “l’obiettivo è riunire i produttori italiani ed esteri e parlare delle prossime sfide, tutti insieme” ha detto Giorgio Campana, produttore e uno dei promotori dell’evento.

A fare i conti ci ha pensato il ministro per gli Affari esteri Antonio Tajani che ha fatto sapere come “nel 2023, le esportazioni agroalimentari del nostro Paese hanno raggiunto il livello record di 63 miliardi di euro, con una crescita del 7%. Una linea tendenziale che si conferma anche nei primi sei mesi del 2024, che hanno fatto registrare un ulteriore incremento del 7,5%.” Numeri che rendono fieri l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni che, sul Made in Italy, ci ha scommesso e sta scommettendo molto. A confermarlo lo stesso Tajani: “Il Governo è in prima linea nel sostegno a questo settore chiave per il nostro tessuto economico: oltre 4 milioni di piccole medie imprese hanno fatto dell’Italia la seconda manifattura europea e il quarto esportatore globale.”

Basti penare che l’agroalimentare rappresenta un terzo del nostro Pil, il nostro prodotto interno lordo. Un settore da difendere, tutelare.

Ci tiene a precisarlo il ministro Tajani: “Difendere il nostro patrimonio agroalimentare significa proteggere le radici profonde della nostra cultura e tutelare l’innovazione e l’ingegno delle imprese italiane, che sanno coniugare tradizione e innovazione in maniera unica. Ogni pastificio, ogni molino, ogni produttore italiano contribuisce a rafforzare l’immagine dell’Italia nel mondo, attraverso un prodotto che racconta storie di qualità e passione” ha affermato Tajani.


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