quando rifiutò un’offerta allettante pur di donare alla città la scultura dedicata Selecchy
Ci sono storie in questa nostra trimillenaria città che devono essere conosciute perché mettono in risalto sentimenti e cultura che ci appartengono, come patrimonio non negoziabile di ogni teatino. Al centro di corso Marrucino, nella deliziosa piazzetta a cui fanno cornice il palazzo della Provincia, la banca ex Cassa di Risparmio e palazzo de’ Mayo c’è una scultura in metallo alta due metri e mezzo che rappresenta un violino proteso verso il cielo con una mano tesa come una aspirazione a salire in alto o una preghiera.
L’ha realizzata Antonello Favata, noto ed eclettico artista teatino, ed ha dietro di se quella storia che è giusto rendere noto, rompendo la riservatezza al solo fine di dare la giusta dimensione a tutta la vicenda, gestita come atto d’amore per la propria città e la propria gente.
È il 2018 quando l’artista teatino realizza la sua scultura dedicata a Saverio Selecchy, l’autore dello struggevole canto del Venerdì Santo che accompagna e valorizza la processione più antica d’Italia. Pochi giorni prima che il suo lavoro venisse spostato e collocato nel posto designato, al centro della città, Antonello Favata venne contattato telefonicamente da un signore italo americano che aveva conosciuto durante una mostra a Pineto, dove aveva anche preso visione di foto della scultura appena realizzata e già destinata a essere installata nel luogo dove si trova. Il suo interlocutore spiegò che era interessato alla sua scultura perché avrebbe voluto regalarla alla moglie, grande violinista negli Stati Uniti, facendola collocare nel giardino della loro villa. Offrì per quella scultura 85 mila euro. Offerta certo allettante ma che Antonello Favata, dopo ampie riflessioni, respinse. Preferì regalare la sua opera alla sua amata città in memoria e in celebrazione di Saverio Selecchy e al suo Miserere, diventato commovente patrimonio di tutti i teatini. “I soldi sarebbero finiti presto – il motivo di questo rifiuto – le emozioni rimangono per sempre”.
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