“Quando Naomi Campbell mi picchiò, c’era sangue dappertutto. Ho dato diversi due di picche a Brad Pitt, è troppo bello”: parla Yvonne Sciò
“Naomi Campbell mi picchiò, c’era sangue dappertutto”. Sono passati vent’anni da quando Yvonne Sciò venne aggredita dall’ex amica, l’iconica top model cui era legatissima: poi, una sera a Roma, la loro amicizia andò in frantumi per colpa di uno spot. E pensare che proprio ad una pubblicità – la leggendaria “Mi ami? Ma quanto mi ami? Mi pensi, ma quanto mi pensi?” – deve la sua grande popolarità l’attrice, poi consacrata definitivamente da Gianni Boncompagni, che la volle nel cast di Non è la Rai. In mezzo a centinaia di “lolite”, lei spiccava con la sua aria un po’ bon ton di chi è cresciuta sul set, complice la mamma (americana) giornalista di moda che la faceva posare da piccola per Vogue Bimbo; e tra il jet set, quello che frequenta da sempre l’hotel del padre, il mitologico Il Pellicano di Porto Ercole, un monumento dell’ospitalità all’italiana. A Non è la Rai lavorò solo tre mesi ma le bastarono per rimanere impressa a molti. “Mi sono pentita di aver rifiutato un contratto lungo: avrei guadagnato tanto, ma a quell’età credi negli ideali, i soldi non ti interessano e io avevo paura di chiudermi in una gabbia”, ammette oggi in una lunga intervista al Corriere della Sera. Dopo quell’esperienza fece una tour teatrale con Mario Monicelli, girò un film diretto da Nanni Loy con Marcello Mastroianni, poi volò a Los Angeles per tentare la carriera da attrice.
Lì è cominciato il suo sogno americano, macinando provini, piccoli ruoli, film e serie tv. Tra cui la partecipazione in una puntata dell’iconico telefilm La Tata. Tanto che la Sciò considera la sua mentore Fran Drescher, che ha scritto, diretto e interpretato la serie La tata, vendendola poi decine di Paesi: “Faceva la parrucchiera nel Queens, mi ha sempre detto: devi fare tu, non aspettarti qualcosa dagli altri. Questa è la lezione che mi ha spinto a dirigere e produrmi da sola i miei documentari”.
L’ultimo dei quali è Womeness, il documentario sul femminismo che ha appena diretto e prodotto, ora disponibile su Sky Arte, in cui racconta e intervista cinque grandi donne, da Dacia Maraini a Setsuko Klossowski De Rola, la vedova di Balthus. Ma la lista dei grandi incontri che ha fatto nella sua vita è lunghissima e include anche Brad Pitt al quale, ammette, ha rifilato più volte un due di picche. Perché lo ha fatto? “Perché era Brad Pitt: troppo bello, mi metteva soggezione. La prima volta, a una festa a Los Angeles, lui, dall’altro lato della sala, viene diritto verso di me. Mi guarda e dice: ‘You look so beautiful’. Io muta, con la mascella aperta. Ogni volta che l’ho visto, mi ha chiesto il numero. Voleva prendere lezioni di italiano e gli consigliai di chiedere al nostro Istituto di Cultura”.
A proposito di incontri speciali, quello con Naomi Campbell si trasformò in amicizia, almeno fino a quando la top model la aggredì e lei decise di denunciarla. Ma che cosa accadde quella sera del 2005 a Roma? “Non l’ho capito. Forse, quella sera era di cattivo umore”, rivela la Sciò. “È alta due metri, muscolosa, io sono piccolina, me la sono ritrovata addosso, c’era sangue dappertutto. Eravamo amiche da anni, l’avevo raggiunta a Roma dove stava girando uno spot, ma lì disse che volevo rubarglielo: una follia. Le ho fatto causa soltanto perché volevo che si scusasse, ma non si è scusata”.
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