quando il Game Boy si spegneva sul più bello e altre disavventure
C’è chi parla di traumi infantili legati alla scuola, chi a certi cartoni animati anni ’90… e poi ci sono i giocatori, cresciuti con il controller in mano e Game Boy sotto al cuscino, che hanno conosciuto il vero terrore in momenti che oggi fanno sorridere, ma che all’epoca sembravano la fine del mondo. Su Everyeye.it è disponibile un approfondimento sul come preservare le vecchie glorie del passato.
E no, non stiamo parlando di boss impossibili da battere o livelli da rifare mille volte. Stiamo parlando di quelle situazioni impreviste, tecniche, tragicomiche che mandavano tutto in fumo nel giro di un secondo. Quando l’imprevisto non era dentro il gioco, ma fuori. E colpiva come un fulmine a ciel sereno.
Eccone tre, per ricordare insieme quanto fosse fragile (e meravigliosa) l’esperienza del videogiocare “old school”.
Le pile del Game Boy che si scaricano. E tu eri lì, a un passo dalla vittoria.
Quel suono secco. Quello screen flicker improvviso. E poi, il buio.
Se l’avete vissuto almeno una volta, sapete di cosa parliamo. Siete lì, magari avete quasi catturato Articuno dopo un’ora e mezza passata nella Grotta Gelata, oppure siete finalmente riusciti a far incastrare il Tetris perfetto. E… puff.Il Game Boy si spegne. Le pile, che pensavate potessero reggere ancora un po’, hanno detto basta. Senza avvisare, senza pietà. Solo quel silenzio gelido e lo schermo grigio.
Non c’erano salvataggi automatici, e se non avevate trovato un centro Pokémon da un bel po’… beh, si ricominciava. Col magone.
Quel maledetto cavo della PlayStation staccato per sbaglio
Una scena da film horror: state giocando a Tekken, il vostro avversario è a un colpo dal KO, l’adrenalina è alle stelle… e qualcuno – magari un fratello o una sorella minore, magari un vostro genitore con l’aspirapolvere – passa davanti alla TV e inciampa nel cavo della PS1. La console si spegne. La partita svanisce. E la vostra anima con lei.All’epoca, i cavi erano ovunque: joypad, alimentatore, cavo AV. Una trappola casalinga perfetta. Bastava un piede distratto e tutto saltava. Nessun quick resume, nessun cloud save. Solo rabbia e silenzio.
La memory card che non salva. O peggio: non c’è.
Chiudevate il gioco, andavate nel menù di salvataggio, premevate su conferma. E poi, compariva quella scritta maledetta:
“Impossibile salvare. Nessuna memory card inserita.”
Cosa?! Ma com’è possibile?! La partita appena finita, le ore spese in Final Fantasy, i livelli sbloccati… tutto perso. Magari avevate prestato la memory card a un amico. Magari l’avevate tolta per usarne un’altra e vi eravate dimenticati di rimetterla. Magari era inserita male. In ogni caso: game over emotivo.Ancora peggio era quando la memory card si danneggiava e i salvataggi si corrompevano. Le icone nel menù apparivano grigie, con nomi strani. Addio ai file. Addio alla run.
Era il lato oscuro della prima generazione di giochi 3D: un’intera avventura cancellata nel nulla digitale.
Sì, lo sappiamo, ricordare certe situazione scatena un senso di forte nostalgia a tutti. Proprio per questo, vi veniamo in soccorso con delle riproposizioni recentissime di alcune iconiche retroconsole.
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