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Quando il cuore «salta un battito»: che cosa significa e quando preoccuparsi

Capita a molti di avvertire all’improvviso una sensazione di cuore che salta un battito, un colpo secco al petto o una breve irregolarità nel ritmo cardiaco. Spesso si tratta di un fenomeno benigno, legato a semplici extrasistoli, cioè contrazioni premature del cuore. Ma in alcuni casi questi segnali possono nascondere aritmie più serie, da non sottovalutare.

L’extrasistole rappresenta la forma più comune di aritmia cardiaca, ossia un’alterazione del ritmo regolare del cuore. Il termine stesso «extrasistole» significa letteralmente «battito in più» o «battito aggiunto».
Nella maggior parte dei casi si tratta di un fenomeno che non comporta rischi significativi per la salute. Spesso viene individuata casualmente durante una visita di controllo, ad esempio tramite un elettrocardiogramma (ECG), poiché può passare inosservata o essere del tutto asintomatica. Nella popolazione generale, le palpitazioni e le extrasistoli sono molto frequenti e nella maggior parte dei casi benigne.

Perché accade?

«Il nostro cuore è guidato da un sistema elettrico molto preciso che genera e propaga il battito in modo regolare», spiega il Paolo Della Bella, primario di Aritmologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. «In condizioni di stress, sotto stimoli ormonali come l’adrenalina, dopo aver assunto troppa caffeina o quando si è accumulata molta stanchezza, può capitare che alcune cellule del cuore rispondano in modo imprevisto, generando battiti fuori luogo: le cosiddette extrasistoli. Nella maggior parte dei casi innocue, ma che talvolta possono innescare aritmie più complesse».

I sintomi: quando preoccuparsi

«Se il fenomeno si verifica occasionalmente non c’è motivo di allarmarsi», sottolinea lo specialista. «La situazione cambia se gli episodi sono numerosi o se si associano a sintomi come fiato corto, vertigini, svenimenti, affanno, capogiri o dolore toracico: in questi casi bisogna rivolgersi subito al cardiologo».
Secondo le stime della Società Italiana di Cardiologia, circa il 5-6% della popolazione presenta aritmie clinicamente significative, mentre la fibrillazione atriale — la più diffusa e rilevante — riguarda oltre 1,2 milioni di italiani, con un rischio che cresce con l’età.

Come si effettua la diagnosi

Gli strumenti diagnostici oggi sono numerosi: dall’elettrocardiogramma agli Holter 24 ore, fino a dispositivi indossabili e mini-registratori sottocutanei che monitorano il ritmo cardiaco anche per anni. «La tecnologia ci permette di documentare con grande precisione ogni anomalia, rendendo più facile distinguere tra fenomeni benigni e patologie che richiedono terapia», sottolinea Della Bella.

Quali rischi e quali terapie

Le aritmie più semplici, come le extrasistoli isolate, spesso non richiedono alcun trattamento. «Il problema nasce quando queste alterazioni del ritmo innescano fibrillazioni atriali o tachicardie parossistiche, più frequenti nei giovani, o aritmie ventricolari, decisamente più gravi», chiarisce lo specialista.

Le cause principali includono ipertensione, obesità, fumo, abuso di alcol, malattie valvolari e coronariche, cardiomiopatie ereditarie. Le terapie vanno dalla semplice correzione dello stile di vita ai farmaci, fino a interventi come l’ablazione transcatetere, il pacemaker o il defibrillatore impiantabile, nei casi più severi.

Come fare prevenzione

Uno stile di vita sano resta la miglior arma preventiva: «Attività fisica regolare, controllo del peso, stop al fumo, moderazione con alcol e caffeina, monitoraggio di pressione e colesterolo sono le basi per proteggere il cuore», conclude il Dottor  Della Bella. «E ricordiamo che la prevenzione cardiologica non è solo un fatto medico, ma un investimento in qualità e aspettativa di vita».


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