Quando 190 ciabatte diventano un’opera d’arte
Presentata inizialmente alla Fondazione Prada di Milano lo scorso anno e qui interamente riadattata con la curatela di Elsa Coustou, l’idea di Sole Crushing nasce da un video su YouTube: due squadre calcistiche di Casablanca, rivali, intonano all’unisono cori militanti contro il governo. Per chi osa canticchiarli individualmente la pena sarebbe la prigione. Ma in una folla coesa si trasformano un’arma politica.
«In un mondo in crisi, il senso della collettività si pone con ancora più forza» dice Rebecca Lamarche-Vadel, direttrice della Fondazione, nell’introdurre quest’opera calzaturiera. Viene in mente la canzone Danny Nedelko degli Idles. Un inno alla solidarietà, a sua volta scritto da Joe Talbot (il cantante della band) dopo che, al Glastonbury 2016, ha visto PJ Harvey leggere la poesia di John Donne No Man Is An Island. Ecco, appunto, nessun uomo è un’isola: assurdo che a ricordarci il potere delle masse, del fare gruppo, della connessione umana in questi tempi malati di solitudine sia un’orchestra di ciabatte. Eppure, sentire flip, flop, flic,flac per 45 minuti è proprio un sollievo.
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