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Quali sono le tre acque in bottiglia prive di inquinanti? Lo svela Altroconsumo

Su 21 marche testate, solo tre si sono rivelate prive di inquinanti.

Quali sono le tre acque in bottiglia prive di inquinanti? Lo svela Altroconsumo

Le attenzioni degli accurati test dell’associazione consumatori Altroconsumo si sono dirette verso le acque in bottiglia, e i risultati hanno lasciato molto a desiderare: le analisi di laboratorio condotte hanno infatti messo a confronto 21 tra le marche di acqua minerale naturali più diffuse in Italia, e tra questo solo 3 si sono rivelate prive di sostanze inquinanti, mentre 6 sono state classificate con insufficienti, a causa delle elevate quantità di Tfa (acido trifluoroacetico).

I risultati del test

bottiglie acqua

Partiamo con le buone notizie, ossia le tre acque che si sono distinte per essere esenti da contaminazioni. Si tratta di Blues Sant’Antonio, marchio di Eurospin e netta vincitrice essendo non solo migliore del test ma anche miglior acquisto, Conad Valpura, anche lei Miglior Acquisto, e San Benedetto Eco Green Benedicta.

In fondo alla classifica le sei acqua minerali che hanno registrato una quantità di Tfa superiore a quella dalla nuova normativa sull’acqua potabile: parliamo di Acqua Panna, Esselunga Ulmeta, Maniva, Saguaro (marchio Lidl) e Levissima, quest’ultima contenente anche un’elevata quantità di arsenico. Male anche Fiuggi, che oltre all’eccesso di arsenico viene penalizzata anche l’impatto ambientale dell’imballaggio.

Nel testo di Altroconsumo sono stati presi in considerazione fattori come la composizione chimica, la presenza di altri contaminanti, l’imballaggio e l’etichetta, delle 21 acque testate, 11 hanno ottenuto un giudizio complessivamente buono.

Tfa e PFAS

La pericolosità del Tfa non è ancora stata accertata, ma la sua appartenenza alla famiglia dei PFAS, sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate, porta a ipotizzare che possa essere altrettanto dannoso per la salute umana, soprattutto su fegato e capacità produttiva.

L’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, è attualmente al lavoro per rivedere i valori minimi di Tfa considerati accettabili come dose giornaliera, e il responso è atteso per il 2026.


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