Economia

Puma in difficoltà, la “sorella” Adidas chiamata a salvarla

BERLINO – In ambienti finanziari le voci si rincorrono da tempo. E se l’operazione andasse in porto, sarebbe una delle più grandi fusioni nel settore dell’abbigliamento sportivo. E di due colossi tedeschi dalla tradizione antica, che sono sempre stati grandi rivali: Adidas e Puma. Secondo le indiscrezioni, Puma potrebbe diventare preda della storica avversaria a causa del suo fatturato in costante calo: dall’inizio dell’anno il valore del titolo si è dimezzato a 19 euro e il management si aspetta un bilancio in perdita. Quattro anni fa, un titolo Puma valeva ancora 114 euro. Le due aziende fondate dai fratelli Adi e Rudolph Dassler, Adidas e Puma, sono rispettivamente il secondo e il terzo maggiore gruppo di abbigliamento sportivo del mondo.

L’aiuto dopo la guerra tra fratelli

Ad avanzare l’ipotesi concreta di una conquista da parte di Adidas è stato uno degli azionisti di Puma, il cofondatore di Metronuclear Roy Adams. Al quotidiano finanziario Handelsblatt, Adams ha detto che “Puma è in uno stato di emergenza. Se l’attuale management non riesce a imprimere una svolta, una fusione con Adidas è l’opzione migliore”. E in una lettera consiglio di amministrazione dell’azienda di Herzogenaurach si legge che “Puma ha perso la fiducia degli azionisti” e che gli interessi degli azionisti minori sarebbero troppo poco tutelati da quelli maggiori come Artemis. Il cofondatore di Metronuclear è ancora fiducioso che l’amministratore delegato Arthur Hoess possa rimettere in sesto i conti, ma chiede esplicitamente che Puma riduca i costi per il marketing: “Spendete come se foste ancora un marchio premium. Ma non vendete più in quel segmento”.

Le scelte della famiglia Pinault

Nella finanza, tuttavia, sono altri rumors che destano inquietudine: la famiglia Pinault, che attraverso Artemis possiede il 30% di Puma, potrebbe essere tentata dalla vendita. La scorsa settimana una fonte del gigante francese del lusso ha smentito: “Mai venderemmo a un livello così basso delle azioni”, ha detto a Reuters. Ma la fonte ha anche aggiunto che quel 30% non rimarrà “per sempre” nel portafoglio di Artemis. E intanto Adidas preferisce non commentare le voci su un takeover. “Non ci esprimiamo su speculazioni di mercato”, ha fatto sapere un portavoce.


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