protesta in tutta Italia per rompere il silenzio sul massacro
Stasera alle 22 in tutt’Italia suoneranno a distesa le campane dei palazzi comunali, quelle delle chiese, e ogni sirena possibile (ambulanze, navi, barche, porti) per rompere il “mostruoso muro di silenzio” su Gaza. Da Trento a Catania passando per Pinerolo, Bergamo, Capralba e Monte Cremasco, Bologna, Parma, Assisi, Bisceglie, Foggia, Reggio Calabria e tanti altri, in migliaia di parroci, monaci, vescovi, laici e sindaci hanno aderito all’iniziativa promossa da Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo di “Ultimo giorno di Gaza” e da “Pax Christi” che ha rilanciato l’appello.
E proprio nei prossimi giorni (dall’11 al 18 agosto), il presidente del movimento cattolico pacifista monsignor Giovanni Ricchiuti con una delegazione partirà alla volta di Tel Aviv per poi raggiungere le comunità palestinesi e tentare di dialogare con le autorità religiose e politiche di Israele. “Loro stanno facendo suonare le sirene e noi stasera in maniera non violenta daremo voce – spiega il vescovo a ilfattoquotidiano.it – alla nostra richiesta di pace con le campane. Vogliamo sollecitare la coscienza per un sussulto di umanità. Abbiamo ricevuto adesioni da tutto il Paese, tantissimi vescovi e parroci hanno risposto in maniera positiva al nostro invito”.
Monsignor Ricchiuti non le manda a dire nemmeno al Governo “che non ascolta niente e nessuno”. Il vescovo pugliese non perdona nemmeno le legislature precedenti: “Quando abbiamo sollecitato il riconoscimento alla Palestina non hanno mai risposto. Ora stanno aspettando che questa terra scompaia per togliersi il problema ma questo loro silenzio è complicità”. Ricchiuti ha un sogno: andare con Papa Leone e migliaia di pacifisti ai confini per poi entrare a Gaza con una marcia della pace proprio come fece don Tonino Bello nel 1992 a Sarajevo. Intanto stasera l’Italia si mobilita.
Ad Assisi la Campana delle Laudi della Torre del Popolo suonerà eccezionalmente alle ore 22 per esprimere vicinanza alla popolazione palestinese martoriata dalla guerra e richiamare l’attenzione sull’emergenza umanitaria in corso nella Striscia di Gaza. A Bologna i campanari della cattedrale con tante altre parrocchie si faranno sentire. “Un segno di vicinanza – sottolinea Valter Stoppini, sindaco di Assisi – e un grido di pace dalla città simbolo di dialogo e fraternità. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle violenze che si stanno consumando a Gaza, dove la popolazione è oppressa da fame e sofferenza. Assisi promuove i diritti umani e la dignità della vita e auspica un accordo internazionale fondato su dialogo, diplomazia e giustizia. La città di San Francesco è per la pace, contro ogni conflitto”.
Anche le sirene del Comune di Trento e del Comune di Rovereto e la campana civica del Comune di Riva del Garda suoneranno all’unisono così a Foggia e a Parma dove si sentiranno i rintocchi delle campane del Palazzo di Città. A Reggio Calabria il ritrovo è previsto per le ore 20.45 in piazza del Tempietto sul lungomare Falcomatà. Da lì partirà un corteo silenzioso, composto da manifestanti vestiti di nero, bianco o in colori neutri, che attraverserà il lungomare in cammino simbolico per la dignità, la memoria e la solidarietà. Il corteo raggiungerà la prima spiaggia libera tra il Lido Cocoya e il Lido Gitano, dove avrà luogo un sit in performativo collettivo: tutti i partecipanti si siederanno sulla sabbia, rivolti verso il mare, e daranno vita a un’azione sonora attraverso l’uso di pentole, padelle, coperchi e oggetti metallici. Chi desidera potrà intervenire con un proprio discorso. Chi non interverrà, resterà seduto continuando a fare rumore.
Una soddisfazione per gli organizzatori che nel loro appello scrivono: “Gaza muore di fame: il genocidio entra nella fase finale, e Israele prepara così una terra finalmente davvero senza popolo. Affamando, assetando, bombardando. A Gaza suonano le sirene delle ambulanze, che danno voce ai condannati a morte per fame e bombe. Quelle sirene dicono al mondo che non c’è più tempo. Non possono fare altro, a Gaza: perché i governi del cosiddetto “mondo libero” stanno con Israele. Con il carnefice, non con la vittima. Anche il nostro governo continua a sostenere Israele: impedendo la sospensione dell’accordo con l’Unione europea; continuando a vendergli armi; coprendolo in ogni modo. Il nostro governo ha le mani sporche di sangue. Ebbene, noi vogliamo rompere questo mostruoso muro di silenzio. Vogliamo fracassarlo, e liberare la verità”.
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