Lazio

Proseguono le occupazioni delle scuole a Roma: tra tensioni e trattative

Roma torna a vivere un autunno caldo tra aule blindate, striscioni e accuse incrociate. È una nuova ondata di occupazioni studentesche quella che sta attraversando i licei della Capitale: dal Morgagni al Manara, dal Virgilio al Pilo Albertelli, fino al Tasso e al Newton.

Tra rivendicazioni politiche, proteste contro il caro scuola e solidarietà internazionale, non sono mancati momenti di forte tensione.

Il caso più acceso si è registrato al liceo scientifico Morgagni, in via Fonteiana, dove nella mattina di lunedì 20 ottobre gli studenti hanno tentato di occupare l’edificio.

La protesta, però, non è andata a buon fine. In pochi minuti il cortile è diventato teatro di scontri verbali e spintoni tra chi voleva entrare e chi cercava di impedirlo.

Dal collettivo studentesco Morgagni è partita la denuncia: “Un professore ha strattonato uno studente attraverso le inferriate e gli ha tirato un pugno al braccio. Altri due ragazzi sono stati afferrati per il collo”. Accuse gravi, che i docenti respingono con forza.

Sul sito della scuola è comparsa una replica dura: “Siamo entrati pacificamente, come educatori e custodi della funzione pubblica. Abbiamo trovato ambienti devastati, arredi danneggiati e spazi comuni trasformati in teatro di scontro”.

La dirigente scolastica, ha invitato alla calma: “Resistiamo ai tentativi di strumentalizzarci. In un mondo che fatica a dialogare, non possiamo diventare nemici per chi la pensa diversamente”.

Occupazioni riuscite e trattative aperte

Ben diverso l’esito al vicino liceo Manara, dove l’occupazione è riuscita. Il preside, ha contattato la Polizia di Stato che ha identificato “un numero significativo di studenti”.

Poi la mediazione: liberazione della scuola entro 24 ore in cambio di tre giorni di assemblea permanente. “Se non rispetteranno l’accordo — ha avvertito — sarò costretto a integrare la denuncia con i nomi degli studenti identificati”.

Intanto, nella notte, anche il Virgilio è stato occupato. Gli studenti hanno organizzato un’assemblea e un corso con Non una di meno, movimento femminista che da anni affianca le lotte studentesche.

A via Daniele Manin, invece, al Pilo Albertelli bandiere palestinesi e fumogeni hanno accompagnato l’entrata degli studenti: “Siamo con il popolo palestinese — spiegano — il nostro è un gesto necessario per la situazione geopolitica attuale”.

Al Tasso e al Newton la protesta continua

Al Tasso, occupato da una settimana, il clima resta teso. Gli attivisti del collettivo politico denunciano un “attacco” da parte di studenti legati a una lista “neofascista”, accusati di aver imbrattato i muri con scritte transfobiche (“Collettivo puzzoni trans”) e di aver rubato lo striscione dell’occupazione.

Più pacifica la situazione al Newton, dove — dopo giorni di confronto — gli studenti del collettivo “Assange” hanno annunciato la fine dell’occupazione: “Abbiamo raggiunto un accordo con i professori. Torneremo in classe, ma le nostre rivendicazioni restano”.

Il segnale di un disagio più profondo

Dietro la catena di occupazioni che scuote Roma c’è un malessere diffuso, che va oltre la protesta. Dalla richiesta di spazi di ascolto al caro-affitti, fino ai temi internazionali, gli studenti rivendicano più dialogo e meno repressione.

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