Toscana

Pronto soccorso e museo dello sport, le opposizioni attaccano Chiassai


Riceviamo e pubblichiamo dai gruppi consiliari Avanti Montevarchi e Impegno Comune Montevarchi.

“Dopo aver più volte evidenziato pubblicamente la necessità di interventi al Pronto Soccorso – anche quando il processo era già noto – la sindaca ha motivato la sua assenza all’inaugurazione con critiche che appaiono più come un tentativo di riaffermare la propria presenza politica che un’effettiva tutela del territorio. Ancora una volta, assistiamo a uno stile politico volto a distogliere l’attenzione dalle numerose decisioni discutibili e personalistiche che caratterizzano l’attuale azione amministrativa, con una giunta e una maggioranza ridotte al ruolo di semplici spettatori. 

È doveroso riportare l’attenzione all’ultima seduta del Consiglio Comunale, dove sono stati approvati – con evidente arroganza istituzionale – atti discutibili sia nel metodo che nel merito. Atti che, a nostro avviso, evidenziano una perdita dei principi fondamentali del buon governo e della trasparenza amministrativa. Da un lato, si giustifica la vendita del patrimonio pubblico con la necessità di reperire risorse economiche, mentre dall’altro si propone l’acquisto di un immobile in via Roma con un iter amministrativo quanto meno opaco e discutibile. 

Ribadiamo come qualcuno vorrebbe trasmettere che non siamo pregiudizialmente contrari all’idea di un museo dello sport a Montevarchi. Al contrario, crediamo che possa essere un progetto positivo, a condizione che sia realmente inclusivo, rivolto a tutte le discipline e associazioni sportive, e non limitato a una sola realtà. Per questo abbiamo espresso voto contrario in Consiglio, poiché la sindaca ha rifiutato la nostra proposta di subordinare l’acquisto dell’immobile alla definizione e approvazione, in aula, di un progetto museale condiviso. 

Non è accettabile che, prima dell’approvazione della proposta, si dichiari pubblicamente e al di fuori dell’iter istituzionale, che l’immobile sarà destinato all’esposizione di cimeli dell’Aquila 1902, attività attualmente svolta da una singola associazione. Non è accettabile che si voglia far passare come “atto inserito e conforme alla programmazione in vigore” un documento – la proposta di DUP 2026 – non ancora approvato né efficace. Non è condivisibile che il progetto, così come appare dalle dichiarazioni, non sia aperto a tutte le associazioni sportive. Non comprendiamo perché, dopo tanti annunci, non si sia ancora promosso un museo dei mestieri cittadini, dedicato a settori storici come la produzione di cappelli e calzature. 

Se non si costruisce un progetto di lungo periodo condiviso con la città, non crediamo che scelte estemporanee possano davvero contribuire alla valorizzazione del centro storico. Le giustificazioni fornite finora lasciano trasparire che si tratti di una decisione già presa, maturata al di fuori di un reale processo partecipativo e programmatico. 

Episodi recenti nelle Marche e a Milano insegnano quanto sia sottile il confine tra l’interesse pubblico e quello particolare, specialmente in assenza di trasparenza istituzionale. Continueremo a batterci per un modo diverso di amministrare, nell’interesse di tutta la comunità – comprese le associazioni potenzialmente coinvolte – perché crediamo che solo attraverso una visione inclusiva e trasparente si possano costruire scelte davvero utili per tutti”.


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