Pronta la villa di Gostner sul Guncina, in ottobre il primo evento – Bolzano
BOLZANO. «Ci ho lavorato sopra per quindici anni, adesso la lascio vivere….». Parla della sua villa sul Guncina (“Villa Sophie”, in onore della moglie) come di una creatura Josef Gostner. Vita difficile comunque, fin da subito: troppo bella, colonnati neoclassici, cantiere infinito, invidie, sguardo su Gries di cui ha provato fin da subito a replicare quei quarti di nobiltà che ancora si intravvedono tra le residenze di inizio secolo scorso lungo il vecchio Fago. «La Hollywood sul Guncina», l’avevano subito chiamata per via di quel biancore e per il coraggio di mostrarsi fuori scala.
«La lascio vivere e ne facciamo una location per eventi» annuncia Gostner, interessi un po’ ovunque e soprattutto Fri-El e SkyAlps. Vuol significare matrimoni, convegni, feste. Quando si inizia? «Adesso. Il primo evento i primi di ottobre», rivela. E la gestione sarà in famiglia non necessariamente nelle sue sole mani: “Ho troppo da fare, vediamo”. E aggiunge: «La preparazione del luogo e adesso l’organizzazione di tutto quanto accadrà lassù l’ha seguita e la curerà mio figlio Peter».
È dal 2008 che si è avviato questo progetto che ha avuto fin dall’inizio una caratteristica tutta sua: lo si è visto subito, lo si vedeva da ovunque, a Bolzano, si alzassero gli occhi verso la collina. Grande e bianco. Con una gru che lo ha sormontato per anni tra partenze e stop, riavvii e permessi che scadevano. Una “fabbrica” lo si sarebbe detto secoli fa. Gli ultimi lavori si erano fermati nel 2012. Josef Gostner, di suo, non l’ha mai abbandonata, la villa e il suo sogno. «Me lo chiede la città di finirla» aveva detto l’ultima volta in cui si era riavviato definitivamente il cantiere fino alla sua con conclusione. Si era poi posto il problema di che farne: casa di famiglia, resort, maniero illustrato 4.0, residenza.
Ora la decisione: location per eventi di qualsiasi natura basta che siano di qualità. Era stata l’architetta Ute Oberrauch a discuterne con la committenza e poi decidere di costruirla come una citazione contemporanea delle ville “di città” di Gries. E anche qualcosa di più: «Mi sono ispirato da un lato alle limonaie terrazzate del Garda – spiega Gostner – e poi, certo, ai palazzi delle case di cura sotto la collina». Due scalinate che portano sul patio, quattro colonne, due piani fuori terra, due sotto, anche verde sul tetto. La stessa Oberrauch ha poi arredato la villa all’interno insieme alla moglie di Gostner, Sophie. «È per questo che adesso la casa si chiama villa Sophie», dice con orgoglio l’imprenditore, ribadendo la connessione anche sentimentale. In realtà il progetto era stato pensato già nel 2000, subito dopo l’acquisto del lotto da parte dell’ad di Fri-El gigante energetico dell’eolico. Successivamente ha incocciato una serie di vicissitudini, dovute in gran parte alla sua inevitabile visibilità. Una vita in vetrina, insomma. Che adesso ha trovato il suo futuro. P.CA.