Progetti di innovazione sociale e partecipazione per una cultura di pace: se n’é parlato a Brindisi
BRINDISI – “Case di Quartiere” è il progetto di rigenerazione urbana e innovazione sociale che connette 10 spazi per la comunità nel centro e nella periferia di Brindisi. È questa una delle proposte raccolte durante il terzo e ultimo evento-laboratorio del progetto “Interculturalità e pace nelle città che apprendono”, promosso dall’Impresa Sociale Learning Cities, in partnership con Pax Christi Aps Movimento Cattolico Internazionale per la Pace e in collaborazione con la Scuola di Politica per Giovani Donne “Prime Minister” e l’Associazione “Brindisi & C.”, che si è svolto a Brindisi.
“Con ‘Case di Quartiere’ – commenta il sindaco del capoluogo brindisino, Giuseppe Marchionna – intendiamo valorizzare e recuperare 10 immobili sino ad oggi sottoutilizzati o non utilizzati che diventano Luoghi Comuni di inclusione e aggregazione dove nascono nuovi servizi ai cittadini, dove fare rete, ascoltare e sviluppare idee utili al territorio, stimolare le imprese sociali e crearne di nuove. Le case di quartiere – ha continuato il primo cittadino – sono ‘avamposto di democrazia partecipativa’ e la pace è un concetto che deve partire prima di tutto da ogni cittadino che deve star bene con se stesso e con l’Altro nella propria comunità. Solo così – ha concluso – si può poi allargare ad un significato più ampio di non violenza, rispetto dei diritti e giustizia sociale”.
L’incontro, che si è tenuto nello storico Palazzo Granafei-Nervegna di Brindisi alla presenza di rappresentati di istituzioni, associazioni e di cittadini, ha segnato l’avvio di un percorso creativo in grado di immaginare nuove situazioni di generatività sociale e sviluppo integrato e armonioso del territorio.
“L’idea, che è alla base dell’evento – laboratorio – ha spiegato Giuliana La Spada, coordinatrice del progetto per Learning Cities – è che si riesca, attraverso una progettazione condivisa, tra Enti e cittadini, di iniziative e attrattori culturali, a costruire un percorso culturale dedicato alla pace in una città come Brindisi che, anche ricordando un passato non troppo lontano, ha testimoniato una grande capacità di accoglienza, dialogo e solidarietà con altri popoli”.
Interessante è stato l’intervento di Fabio Carbone, docente e ricercatore presso l’University of Northampton in Gran Bretagna, che ha parlato delle sei dimensioni della pace. “L’Istituto internazionale per la Pace attraverso il Turismo – ha detto Carbone – ha creato sei dimensioni della pace distinguendo la pace positiva da quella negativa. Noi possiamo non avere i carri armati per strada ma non necessariamente stiamo vivendo una pace positiva. Per avere quest’ultima dobbiamo raggiungere 1. la pace con noi stessi, 2. la pace con gli altri, 3. la pace con la terra 4. la pace con le generazioni passate, 5. la pace con le generazioni future e 6. la pace col Creatore su cui possiamo lavorare attraverso il turismo”.
Numerosi e autorevoli sono stati coloro che hanno partecipato alla tappa brindisina, tra i quali Giuseppe Marchionna, sindaco della città, Giuliana La Spada, coordinatrice del progetto per Learning Cities, Emma Taveri, esperta di marketing territoriale, già assessore al Turismo a Brindisi, Serena Baldassarre, Prime Minister, Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento, Giovanna Ceglie, direttrice Base Un Brindisi, Fabio Carbone, docente e ricercatore presso l’University of Northampton in Gran Bretagna, e Gigi De Luca, coordinatore Poli Biblio-Museali della Regione Puglia.
Nel pomeriggio si sono svolte attività laboratoriali in cui gli esperti hanno facilitato, con l’utilizzo di metodologie partecipative, l’inizio di un processo di diffusione di nuovi approcci, idee, progetti e servizi che migliorano la qualità della vita delle persone nella comunità brindisina, creano un impatto positivo sulla società, promuovono il benessere individuale e collettivo, l’inclusione sociale, la coesione comunitaria, la creazione di visioni territoriali e contribuiscono a far conoscere la cultura dei luoghi diventando attrattori di nuove forme di turismo. Nello specifico, l’ipotesi di realizzare la Biennale della Pace Contemporanea, oggetto dei laboratori della Prime Minister e un Museo Diffuso della Pace Contemporanea in siti dismessi e in spazi urbani in degrado o disuso in passato adibiti a difesa.
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