profitti record nel 2025, ma i dazi USA frenano la crescita
Il colosso taiwanese dei chip, TSMC, ha registrato profitti record nel secondo trimestre del 2025, battendo nettamente le stime degli analisti. Ma a far notizia è la prudenza dell’azienda sul futuro: la società, infatti, avverte che la crescita potrebbe rallentare a partire dal quarto trimestre, a causa dell’incertezza legata ai dazi imposti da Donald Trump.
Ma vediamo i numeri. Nel periodo aprile-giugno, TSMC ha registrato un utile netto di 398,3 miliardi di dollari taiwanesi (circa 13,5 miliardi di dollari USA), con un balzo del 60,7% rispetto allo stesso trimestre del 2024. Un dato che vale il quinto trimestre consecutivo con una crescita a doppia cifra e il miglior risultato trimestrale di sempre per l’azienda. Le aspettative del mercato (377,9 miliardi TWD secondo le stime LSEG) sono state ampiamente superate.
A trainare i risultati è stata, ancora una volta, la domanda crescente di chip per l’intelligenza artificiale. «La domanda AI sta diventando sempre più forte», ha detto l’amministratore delegato C.C. Wei, sottolineando che anche nel terzo trimestre TSMC prevede un ulteriore balzo del fatturato, con una crescita fino al 40%. Per l’intero anno, l’azienda ha rivisto al rialzo le stime di crescita dei ricavi in dollari statunitensi: ora prevede un +30%, rispetto al precedente »poco sopra il 25%».
Corre a gonfie vele, dunque, il business dell’azienda taiwanese, che fra i suoi clienti vanta colossi del calibro di Apple e Nvidia. E va detto che una buona notizia è arrivata anche sul fronte cinese. Proprio Nvidia, infatti, ha ricevuto l’autorizzazione da parte del governo USA a riprendere la vendita del chip H20 a Pechino, un mercato strategico. «È una notizia molto positiva, sia per loro che per noi», ha infatti commentato Wei.
Ma proprio il fronte geopolitico resta il più insidioso. L’amministratore delegato ha ammesso che le prospettive per il quarto trimestre sono più incerte: «Stiamo iniziando a considerare l’impatto potenziale dei dazi e di altre incognite. Per questo stiamo adottando un approccio più conservativo». Pur non avendo ancora registrato cambiamenti nel comportamento dei clienti, la prudenza resta alta. E non potrebbe essere altrimenti, anche in considerazione del fatto che Taiwan è al centro di tensioni importanti anche con la Cina.
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