Produzione industriale, rimbalzo a gennaio. Su base annua frenano auto e tessile
MILANO – Segno più per la produzione industriale a marzo. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat a gennaio l’indice destagionalizzato della produzione è aumento del 3,2% rispetto a dicembre. Al netto degli effetti di calendario, l’indice generale diminuisce su base annua dello 0,6% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di gennaio 2024). Lo comunica l’Istat, sottolineando che “ad esclusione dell’energia, unico aggregato in flessione, la dinamica mensile positiva è estesa ai principali raggruppamenti di industrie. In termini tendenziali prosegue, seppure in misura più contenuta, la contrazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario”. Su base annua, le flessioni più ampie si rilevano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,1%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,3%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,2%).


Nella media del trimestre novembre-gennaio, indica l’Istat, il livello della produzione rimane invariato rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato cala su base mensile solo per l’energia (-3,4%); mentre si osservano aumenti per i beni strumentali (+4,1%), i beni intermedi (+4,0%) e i beni di consumo (+2,6%).
Al netto degli effetti di calendario, nel confronto annuo, si registra invece una crescita esclusivamente per i beni di consumo (+0,4%); al contrario, diminuzioni contraddistinguono i beni strumentali e l’energia (-0,8% per entrambi i raggrupamenti di industrie) e i beni intermedi (-0,6%).
I settori di attività economica che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+21,7%), l’industria del legno, della carta e stampa (+6,2%) e la fabbricazione di prodotti chimici (+4,3%). Di contro, le flessioni più ampie nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,1%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,3%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,2%).
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