Marche

procuratore e parte civile contrari

ASCOLI – Si è svolta questa mattina davanti al Gup del Tribunale di Ascoli, Angela Miccoli, l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio di Claudio Funari, il 42enne artigiano di Comunanza imputato per l’omicidio del concittadino Renzo Paradisi e per il ferimento della moglie di lui Maria Antonietta Giacomozzi, avvenuto a Comunanza la sera del 23 dicembre 2024. Funari, attualmente detenuto nel carcere di Marino del Tronto, era presente all’udienza sostenuto dalle stampelle per un infortunio al ginocchio occorsogli in carcere, ed era accompagnato dal proprio legale, l’avvocato Olindo Dionisi. Funari ha rilasciato dichiarazioni spontanee per esprimere il proprio dolore per quanto è accaduto.  

 La richiesta di rinvio a giudizio, formulata dal procuratore capo di Ascoli, Umberto Monti, è per i reati di omicidio volontario ai danni di Paradisi, tentato omicidio e lesioni gravi nei confronti della moglie, violenza privata – per averle impedito di chiedere aiuto – e tentato incendio doloso, per aver cercato di appiccare il fuoco all’abitazione. Contestate anche le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e della minorata difesa delle vittime, entrambe anziane.
L’avvocato Dionisi, durante l’udienza, ha chiesto un supplemento di indagini e la modifica del capo di imputazione con la rimozione delle aggravanti dei futili motivi e della premeditazione. Il supplemento di indagini su alcune macchie di sangue rinvenute sul luogo dove si è consumata la violenza perché la difesa contesta una seconda aggressione, che a suo dire non ci sarebbe stata, nell’antibagno della cucina del locale dove si sono svolti i fatti. La difesa ritiene che le macchie di sangue siano attribuibili a Paradisi e non alla Giacomozzi. Fatto che, se accertato, avrebbe rilevanza. La rimozione delle aggravanti per poter chiedere un giudizio con rito alternativo, sussistendo le quali non è ammissibile. 
A tali richieste si sono opposti il procuratore Monti e l’avvocato Mauro Gionni, costituitosi parte civile per la Giacomozzi e le due figlie. L’avvocato Gionni ha chiesto inoltre il sequestro dell’immobile di proprietà dell’imputato, a garanzia del risarcimento danni. Dopo un lungo e serrato dibattimento la giudice si è riservata dell’ulteriore tempo, rinviando ogni decisione alla prossima udienza del 19 novembre. 

Infine, l’avvocato Dionisi ha depositato ieri mattina una richiesta di sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari al limite anche con il braccialetto elettronico. Il giudice si è riservato di decidere nei termini di legge.




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