Basilicata

Prima il negoziato poi i controdazi, le due carte della Ue

Ue, Ursula Von der Leyen annuncia contromisure pronte a scattare a metà aprile, ma lascia aperta la via negoziale


Più ancora dei dazi colpiscono come una lama affilata gli insulti che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha indirizzato a tutti i partner commerciali con un affondo sull’Unione europea accusata di aver derubato l’America. Mentre l’attacco commerciale viene vissuto come una seconda guerra in Europa.

UE, L’INVITO A NEGOZIARE

Il “day after” dopo un annuncio peraltro ampiamente atteso è stato contrassegnato da prese di posizioni spesso divergenti. Da tutti i partner europei l’invito a negoziare, ma con posture diverse. Linea dura e pura della Francia di Emmanuel Macron che ha invitato gli imprenditori francesi dei settori colpiti dai dazi a «sospendere gli investimenti negli Stati Uniti». Stop dunque fino a quando la situazione non si chiarirà agli «investimenti futuri o annunciati in queste ultime settimane».

LA LINEA DI MACRON

«Quale sarebbe il messaggio – ha dichiarato il capo dell’Eliseo – se avessimo grandi protagonisti europei che si mettono ad investire miliardi di euro nell’economia americana nel momento in cui loro stanno picchiando su di noi?». La Francia dunque non esclude nulla nella risposta a Trump. Per Parigi è infatti “guerra commerciale”.

Lo ha ribadito anche la portavoce del governo Sophie Primas: «La Francia risponderà a livello europeo, perché non abbiamo altre soluzioni. Cercheremo prima di negoziare con gli Stati Uniti, ma abbiamo due risposte, perché il signor Trump capisce solo l’equilibrio di potere. La prima sarà effettiva a metà aprile e risponderà al primo attacco americano all’alluminio e all’acciaio. La seconda sarà pronta a fine aprile e riguarderà tutti i beni e servizi americani». Il primo ministro francese, François Bayrou, ha definito la decisione americana: «una catastrofe per il mondo economico. È una difficoltà immensa per l’Europa. Credo che sia una catastrofe anche per gli Stati Uniti e per i cittadini americani». E ha lanciato l’allarme sull’impatto negativo in particolare per vino e liquori.

LA REAZIONE DI BERLINO

Ancora più pesante la reazione di Berlino. Per il vice cancelliere tedesco, Robert Habeck, il giorno dell’annuncio dei dazi per l’economia mondiale è “paragonabile alla situazione successiva all’aggressione russa contro l’Ucraina, quando ci siamo resi conto che stava accadendo qualcosa di nuovo e non eravamo preparati in Europa ad affrontare la sfida”. E dunque la reazione – ha aggiunto – “deve essere grande”. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha definito “fondamentalmente sbagliate” le decisioni sui dazi doganali, ha assicurato che l’Europa risponderà “in modo unito, forte e appropriato” anche se comunque senza rinunciare alla via diplomatica.
Di risposta ponderata, chiara e decisa ha parlato il ministro dell’Economia tedesca Robert Habeck, nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero respingere soluzioni proposte dalla Ue.

DURISSIMO SANCHEZ

Durissimo il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez che considera le nuove tariffe di Trump un “attacco unilaterale” di Washington contro l’Europa. Una misura che sancisce un ritorno al «protezionismo del XIX secolo, che a mio parere non è un modo intelligente per affrontare le sfide del XXI secolo». «La Ue – ha detto – dovrà reagire con proporzionalità, unità e forza». Per Sanchez l’attacco commerciale da Occidente va ad aggravare una condizione critica dell’Europa che «già riceveva attacchi ibridi dall’est, dalla Russia». Ha poi ipotizzato che la Ue possa rispondere con un pacchetto di misure anti-dazi e di altro tipo, e istituire un fondo di aiuti finanziato con i proventi derivanti dai contro dazi.

E dalla Spagna l’ex Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell ha indicato la sua ricetta anti dazi «attaccare fiscalmente le imprese di servizi statunitensi, in particolare quelle tecnologiche».

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MORBIDA LA GRAN BRETAGNA

Più morbida la reazione della Gran Bretagna che comunque in questi ultimi mesi con la questione della difesa ha fatto fronte comune con la Francia. Ha infatti espresso disappunto anche se è stata “graziata” dal Tycoon con tariffe più soft (10% contro il 20% imposto ai 27). E comunque Londra, secondo quanto ha dichiarato il segretario al Commercio, Jonathan Reynolds, non ha intenzione di reagire immediatamente.

IL QUADRO DELINEATO DA VON DER LEYEN

La prima a scendere in campo all’alba di ieri, giovedì 3 aprile 2025, a poche ore dal discorso di Trump, è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen che rammaricandosi per la decisione di Trump ha annunciato che gli europei sono “pronti a reagire”. In cantiere infatti c’è un nuovo pacchetto di contromisure pronte a scattare se i negoziati con Washington dovessero fallire. Si prepara una risposta forte, ma senza abbandonare il tavolo delle trattative perché «non è troppo tardi». Entro il 15 aprile potrebbero partire contro dazi su alluminio e acciaio, poi a maggio il resto. La decisione deve però essere votata dai Paesi il prossimo 9 aprile. In ogni caso da Bruxelles fanno sapere che sono ancora in corso consultazioni e la «ritorsione rifletterà gli input ricevuti dai governi».

IL QUADRO NERO

La von der Leyen ha delineato un quadro nero per le conseguenze sull’economia globale e per milioni di consumatori. Non ha però rispedito seccamente al mittente (Trump) le critiche sulle attuali regole e si è dichiarata pronta a sostenere qualsiasi sforzo per «adattare il sistema commerciale alle realtà dell’economia globale». Ma ha bocciato senza appello le tariffe che, secondo von der Leyen, non risolvono il problema. «Stiamo già ultimando – ha precisato – il primo pacchetto di contromisure in risposta alle tariffe sull’acciaio e ora ci stiamo preparando per ulteriori contromisure per proteggere i nostri interessi e le nostre attività se i negoziati falliscono. Osserveremo attentamente anche quali effetti indiretti potrebbero avere queste tariffe».

E poi un impegno: «Come europei, promuoveremo e difenderemo sempre i nostri interessi e i nostri valori e ci schiereremo sempre per l’Europa». Intanto la presidente ha confermato che il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, prosegue le trattative.

LO SCATTO DI ORGOGLIO

E infine uno scatto di orgoglio: «l’Ue ha tutto ciò di cui ha bisogno per superare la tempesta. E l’unità è la nostra forza». «L’Europa – ha ricordato von der Leyen – ha il mercato unico più grande del mondo: 450 milioni di consumatori, che rappresentano il nostro porto sicuro nei periodi tumultuosi. E l’Europa starà al fianco di coloro che saranno direttamente colpiti».

LE MISURE A SOSTEGNO

Non si guarda solo Oltreoceano, ma anche in casa dove si stanno mettendo in cantiere misure di sostegno per i settori già colpiti come la siderurgia e le automobili, ma saranno attenzionati anche altre realtà produttive sotto schiaffo. L’attenzione è forte anche nei confronti di mercati alternativi e dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, è arrivato l’invito ad andare avanti con gli accordi con India e Sud America.
La trattativa comunque si preannuncia difficilissima sia per la mancanza di dialogo che, almeno finora, ha dominato il rapporto con gli Usa e sia anche per le posizioni diverse dei partner. L’Italia è ancora fiduciosa nella carta diplomatica, mentre l’Ungheria è schierata dalla parte del Tycoon.

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