prima il caffè con il sindaco, poi uccide l’assassino del figlio
Una tragedia che intreccia giustizia, dolore e vendetta ha sconvolto ieri la cittadina dei Castelli Romani. Guglielmo Palozzi, 56 anni, padre di Giuliano, giovane morto nel 2020 dopo sei mesi di agonia in seguito a un brutale pestaggio, ha ucciso con un colpo di pistola Franco Lollobrigida, condannato in appello per quell’omicidio, ma ancora libero in attesa della Cassazione.
La sparatoria è avvenuta in pieno centro, in piazza della Repubblica, poco dopo che Palozzi aveva preso un caffè con il sindaco Massimiliano Calcagni, testimone inconsapevole dei minuti precedenti al delitto.
“Era sereno, non dava segni di tensione. Lo conosco da anni, è sempre stato una brava persona. Ma la giustizia segue il suo corso, non si può farsi giustizia da soli“, ha dichiarato il sindaco, ancora scosso.
Un padre spezzato
Guglielmo Palozzi, noto in paese come netturbino dei giardini pubblici, era stato assunto da una ditta esterna per la manutenzione delle aree verdi. Ieri mattina stava lavorando regolarmente con il suo carrello e gli attrezzi, quando ha incrociato Franco Lollobrigida e gli ha sparato alle spalle, uccidendolo sul colpo.
Il suo gesto, secondo gli inquirenti, è il tragico epilogo di anni di dolore mai sopito. Suo figlio Giuliano, padre di tre figli, era stato aggredito nel gennaio 2020 per un debito di circa 25 euro, forse legato alla droga. Dopo sei mesi di coma, Giuliano è morto in ospedale.
Lollobrigida, allora 34enne, era l’unico imputato del caso. In primo grado era stato assolto, ma lo scorso maggio la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, condannandolo a 10 anni per omicidio preterintenzionale. La sentenza non era però definitiva: il 19 luglio era atteso il deposito delle motivazioni, poi il ricorso in Cassazione.
Commenti social: “giustiziere” o assassino?
Sui social network la figura di Guglielmo Palozzi è stata accolta da molti con solidarietà e comprensione, in alcuni casi persino con esaltazione, sollevando un acceso dibattito sull’etica della vendetta e sul rapporto tra giustizia e legittima difesa morale.
Gli investigatori stanno ricostruendo nel dettaglio la dinamica dell’omicidio, ma la premeditazione è già ipotizzata dalla procura, che ha formalizzato l’accusa di omicidio aggravato.
Il sindaco: “Un lutto che ci unisce tutti”
“Questo è un giorno di dolore per tutta Rocca di Papa – ha dichiarato Calcagni –. Due famiglie distrutte, una comunità che si interroga. Abbiamo il dovere di non lasciare spazio alla rabbia, ma di continuare a credere nella giustizia. Anche quando è lenta”.
Le indagini proseguono, mentre Guglielmo Palozzi si trova ora in stato di fermo. Verrà ascoltato nelle prossime ore dai magistrati di Velletri. In paese resta un clima di sconcerto e commozione, per una tragedia che – a cinque anni di distanza – non ha mai davvero smesso di bruciare.
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