PRIDE AVEZZANO: SIMONELLI SU FB, “CHI FA IL MAIALE STIA NELLA STALLA”, INDIGNAZIONE SI | Notizie di cronaca
AVEZZANO – “Se, in una giornata qualunque, senti il bisogno di denudarti in piazza per “affermare te stesso”, con dei bambini a un metro da te, ai margini della società ci devi restare. E non conta se sei eterosessuale, omosessuale, bianco o nero. Si chiama decenza. E chi si comporta da maiale, stia nella stalla”.
E’ questo il passaggio di un post del consigliere comunale di Avezzano, Nello Simonelli, che sta provocando forti polemiche in merito all’Abruzzo pride che si è svolto ieri ad Avezzano, con dura presa di posizione di Sinistra Italia, per cui definire “maiali” le persone che ieri hanno sfilato pacificamente significa usare un linguaggio non consono al ruolo istituzionale che ricopre Simonelli. Non è solo un’offesa volgare e gratuita ma anche un attacco simbolico a quei valori di inclusione, rispetto e autodeterminazione che il Pride rappresenta.
Simonelli è capogruppo della civica “Avezzano città territorio”, nella maggioranza del sindaco civico Gianni Di Pangrazio, vicino all’assessore regionale al Bilancio, Mario Quaglieri, suo collaboratore politico in assessorato
IL POST INTEGRALE DI SIMONELLI
Scrivo oggi perché me lo hanno chiesto amici e persone che stimo: omosessuali, transessuali, cittadini come tanti, che vivono con dignità e rispetto. Senza bisogno di autoghettizzarsi in “riserve indiane”, né di rivendicare uno status speciale in virtù dell’identità sessuale.
Ieri in piazza, durante il Pride, è stato lanciato un messaggio becero e surreale: “Siamo qui perché ci avete messo ai margini della società.”
Fermiamoci un attimo. Forse è il momento di smetterla con le fanfaronate da palcoscenico, buone solo a polarizzare l’opinione pubblica e a generare un clima di guerra perenne.
Sapete chi è davvero ai margini della società?
Chi ci si mette da solo – urlando che è giusto andare in giro nudi, che gli eccessi devono essere sdoganati ovunque, che ai bambini bisogna insegnare che “mamma e papà” non esistono, che la nostra civiltà occidentale è da buttare — salvo poi solidarizzare con regimi in cui verrebbero massacrati.
E sapete dove si trova, invece, chi è omosessuale o transessuale ma vive con rispetto e normalità, senza esibizionismo? Al centro della società.
Ci sono gay, lesbiche, trans che hanno aziende, che lavorano, che pagano le tasse, che vivono la propria vita con pienezza. Che hanno compagni o compagne, che vanno in palestra, al supermercato, che sorridono al prossimo. Che non chiedono privilegi, ma ogni giorno contribuiscono alla collettività. Che non rivendicano di essere migliori in quanto “diversi”, ma si distinguono per impegno, serietà, responsabilità.
Sono queste persone – concrete, libere, produttive – il vero valore aggiunto della nostra società.
Chi invece si dichiara “ai margini” spesso ci vuole restare. Lo fa per vittimismo sterile, scollegato dalla realtà.
Perché se, in una giornata qualunque, senti il bisogno di denudarti in piazza per “affermare te stesso”, con dei bambini a un metro da te, ai margini della società ci devi restare. E non conta se sei eterosessuale, omosessuale, bianco o nero. Si chiama decenza. E chi si comporta da maiale, stia nella stalla.
Il messaggio delirante di ieri è stato avallato da esponenti del Partito Democratico, che da tempo ha scelto di posizionarsi ai margini della società reale, quella fatta di famiglie, di lavoro, di responsabilità.
Non credo che Armani, Dolce, Gabbana, Freddie Mercury, Elton John o Gianni Versace abbiano mai creduto alla favola dei “margini della società”. Anzi.
Viva la nostra società. Viva chiunque, con sobrietà e rispetto, sceglie di esserne protagonista e non problema.
LA NOTA STAMPA DI SINISTRA ITALIANA
Alleanza Verdi e Sinistra esprime sdegno e preoccupazione per le parole usate dal consigliere comunale Nello Simonelli in merito al Pride svoltosi ad Avezzano, evento che ha portato in piazza con gioia, ironia e determinazione centinaia di persone per rivendicare diritti, dignità e libertà.
Definire “maiali” le persone che ieri hanno sfilato pacificamente significa usare un linguaggio non consono al ruolo istituzionale che ricopre Simonelli. Non è solo un’offesa volgare e gratuita ma anche un attacco simbolico a quei valori di inclusione, rispetto e autodeterminazione che il Pride rappresenta. È proprio per contrastare questo tipo di mentalità – che disumanizza chi viene percepito diverso – che i Pride nascono e continuano a essere necessari.
Ci chiediamo poi perché a pronunciarsi in modo così violento contro la manifestazione sia proprio Simonelli, che immaginiamo essere un uomo eterosessuale, perfettamente a proprio agio nel vivere pubblicamente la propria identità. Perché non sentiamo direttamente le voci critiche da parte delle persone omosessuali o trans che si sarebbero eventualmente sentite a disagio per alcuni “eccessi” del pride e per questo si sarebbero rivolte al Simonelli?
Il gioco retorico di citare nomi celebri o situazioni isolate non regge. Il problema non è l’eccezione, ma la quotidianità. La discriminazione si annida nella vita dell’operaio, dell’insegnante, dell’infermiere, dello studente; la discriminazione è nella paura di una carezza, di un gesto affettuoso, di una parola detta ad alta voce. È lì che il Pride porta luce, anche con l’arma potente dell’ironia, della provocazione e dell’eccesso. Perché il Pride è una festa e come ogni festa si nutre anche di simboli, colori, giochi. Nessuno ieri era più svestito di un normale bagnante al mare. Chiediamo al consigliere Simonelli: dobbiamo forse coprire gli occhi dei bambini quando andiamo in spiaggia?
Le parole contano e quando a usarle è un rappresentante delle istituzioni, il danno è ancora più grave. La politica dovrebbe costruire ponti, non alimentare pregiudizi e per questo crediamo che il consigliere Simonelli dovrebbe essere il primo a rallegrarsi nel vedere un corteo di persone che ridono, giocano e si divertono liberamente, senza arrecare danno né minacciare la libertà altrui: la gioia non va demonizzata, va riconosciuta e rispettata, soprattutto quando nasce dal bisogno profondo di affermare sé stessi in una società che troppo spesso condanna il semplice atto di esistere con autenticità.
I diritti non sono carnevalate, non sono eccessi da censurare. I diritti sono la base stessa di una società civile e democratica e noi continueremo a difenderli, in piazza e nelle istituzioni, anche da chi usa le parole per ferire. C’erano ragazze e ragazzi giovanissimi ieri in piazza, c’erano per loro e per i loro coetanei, meritano di essere additati come maiali?
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