«Preti influencer, con il web la chiesa parla ai giovani» – Cronaca
BOLZANO. Con il giubileo degli influencer cattolici la Chiesa sembra aver “benedetto” l’evangelizzazione via social. Una comunicazione religiosa più moderna, fatta da sacerdoti più simili ai giovani, alcune volte “borderline” tra sacro e ciò che non lo è. Compaiono, quindi, i video di sacerdoti belli, tatuati e muscolosi, vestiti come vestono i giovani perché è a loro che si rivolgono. Padre Jefferson Merighetti, presbitero brasiliano che vive a Roma, spopola su TikTok e su Instagram dove ha 120.000 follower. I contenuti digitali che pubblica sono religiosi e rispettosi dei canoni cristiani. Un po’ meno lo sono i commenti di molte fedeli, che lo vorrebbero Papa non soltanto per le sue doti da Pastore.
A Brescia, ma soprattutto su Instagram, c’è don Giuseppe Fusari che di follower ne ha “soltanto” poco più di 66.000. Capelli e barba bianchi, braccia tatuate e muscolose, camicia attillata, seppure con il collare da sacerdote, nei suoi reel parla esattamente come fa dal pulpito della sua chiesa. Lombardo è anche don Alberto Ravagnani, tra i più noti sacerdoti sul web.
E qui da noi? I sacerdoti di Bolzano, invece, per i rapporti con i fedeli preferiscono il “faccia a faccia”, affidando al web soltanto le messe e, almeno in un caso, con un discreto successo di seguito. Molti sacerdoti hanno aperto profili social, ma nessuno si cimenta nel realizzare contenuti di fede. Non perché ci sia contrarietà nel farlo, ma perché per realizzare contenuti che abbiano seguito devono essere di livello anche tecnico, molto elevato.
«Non ci si può improvvisare», racconta Michele Dalla Serra, referente della Pastorale giovanile della diocesi di Bolzano. «Sono un millennial che insegna a una generazione in cambiamento – dice ancora Dalla Serra, laico insegnante di religione alle superiori -. Anche a me piacerebbe realizzare qualche contenuto in più, ma serve impegno per prepararli facendoli bene e per non scadere nel banale. Quelli che lo fanno hanno delle vere troupe che veicolano contenuti di fede attuale e condivisa».
A Bolzano «si preferisce ancora la comunicazione faccia a faccia – aggiunge -, fa più comunità ma raggiunge sempre gli stessi fedeli. Con i social si potrebbe raggiungere anche chi non frequenta la parrocchia». Ma una vetrina social espone anche a rischi, a critiche pesanti che di persona difficilmente si pronuncerebbero. «È un rischio – conferma Dalla Serra – ma non viene visto come un pericolo. I sacerdoti non hanno paura di commenti negativi».
Qualche eccezione felice c’è. Al momento a Bolzano il Verbo passa in rete attraverso le dirette streaming della messa del sabato pomeriggio, trasmessa alle 18.30 dalla parrocchia Tre Santi. «La diretta è su YouTube e l’abbiamo iniziata a fare a maggio del 2020, in epoca Covid, e non abbiamo mai smesso. Ormai è automatizzata e il sacerdote, prima di iniziare a celebrare, deve premere soltanto un bottone. In media ci sono tra le 300 e le 400 visualizzazioni», dice Dalla Serra. Non poche visualizzazioni, considerando le chiese semivuote durante le messe.
Sul medesimo canale YouTube, un gruppo di cinque catechisti dell’Azione cattolica della parrocchia Tre Santi ha organizzato una piccola ma efficace redazione per realizzare semplici contenuti video «per veicolare il messaggio della fratellanza, del perdono, della diversità – così Davide Goldner, uno dei catechisti – ma anche le figure di personaggi la cui vita possa essere citata da esempio. Altri video sono ispirati alle omelie del nostro parroco don Jimmy Baldo. Anche così svolgiamo la nostra attività di catechisti».