Presi i pendolari degli assalti ai bancomat: a Volpiano un basista della banda di Foggia
Nella notte del 4 settembre avevano portato via dallo sportello Unicredit di Borgaretto un bottino da centomila euro. Il 2 ottobre, a Favria, l’incasso del colpo, sempre ai danni dello stesso gruppo bancario, era stato di 54 mila euro.
Sono finiti così in carcere, sottoposti a misura cautelare, 8 indagati dai carabinieri del comando provinciale di Foggia, che hanno eseguito le misure disposte dal giudice per le indagini preliminari della procura di Foggia in collaborazione con il nucleo investigativo del comando provinciale di Torino. Benché la banda avesse la sua sede operativa in Puglia, infatti, a Volpiano aveva trovato un valido collaboratore, che avrebbe cooperato non solo alla realizzazione dei colpi piemontesi, ma anche a quelli nelle altre regioni d’Italia.
Prima studiavano il posto, le vie di fuga. Poi si avvicinavano ai bancomat con automobili di grossa cilindrata. Audi, Maserati, Bmw: motori che avrebbero dovuto agevolarli nella corsa. Entravano, infilavano una carta prepagata per far aprire lo sportello e, così, inserivano a forza la “marmotta”, uno strumento artigianale pensato ad hoc per far saltare quelle casseforti. Una sorta di pala, con un adesivo all’estremità collegato a una miccia esplosiva, che saltando produceva talvolta ingenti danni anche alle palazzine.
Così la banda del Foggiano avrebbe messo a punto almeno 80 furti aggravati ai danni di banche e uffici postali di tutta Italia dall’inizio dell’anno, 17 solo tra luglio e settembre, procedendo poi al lavaggio del denaro macchiato dai sistemi antifurto. Un’organizzazione strutturata che, pur mantenendo la base in Puglia, era in grado di organizzare trasferte su tutto il territorio nazionale.
E proprio alle trasferte avrebbe partecipato anche il giovane torinese di 34 anni sottoposto questa notte a misura cautelare e ora detenuto al Lorusso e Cutugno di Torino, che si sarebbe distinto nella logistica e nella pianificazione dei colpi piemontesi.
Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati numerosi documenti d’identità, carte di credito ricaricabili, banconote – parte delle quali “macchiate” o sottoposte ragionevolmente a trattamento per la smacchiatura – 31 cartucce calibro 12 e 7,65, tre autovetture, tre targhe per veicoli, 261 petardi, 2,20 metri di miccia per “marmotte” e quattro orologi di valore.
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