Premio Strega 2025: fuori van Straten e Aiolli, in finale Bajani, Terranova, Rasy, Nori e Ruol
Un colpo di scena ha animato la serata al Teatro Romano di Benevento, durante la proclamazione dei finalisti del Premio Strega 2025. Giorgio van Straten con La ribelle resta fuori dalla cinquina, fermandosi a 159 voti contro i 180 degli ultimi due ex aequo. Con lui, escluso anche Valerio Aiolli, nonostante Portofino blues (Voland) fosse tra i tre titoli più votati allo Strega Giovani.
Autori e autrici hanno seguito lo spoglio in diretta su RaiPlay, condotto da Stefano Coletta. A leggere i nomi dei finalisti è stata Donatella Di Pietrantonio, vincitrice della scorsa edizione. In corsa per il premio, quest’anno, ci sono:
Andrea Bajani con L’anniversario (Feltrinelli, 280 voti), già vincitore dello Strega Giovani e finalista nel 2021;
Nadia Terranova con Quello che so di te (Guanda, 226 voti), secondo titolo più votato dalla giuria di studenti;
Elisabetta Rasy con Perduto è questo mare (Rizzoli, 205 voti);
Paolo Nori con Chiudo la porta e urlo (Mondadori, 180 voti);
Michele Ruol con Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia (TerraRossa, 180 voti).
L’uscita di scena di van Straten ha sollevato qualche malumore. Il suo La ribelle (Laterza), romanzo storico dedicato alla figura di Nada Parri e alla sua storia d’amore e guerra con un disertore tedesco, era considerato tra i candidati più solidi. Ma la cinquina, come sottolineato da Melania Mazzucco, presidente del Comitato direttivo, restituisce comunque «una pluralità di generi e generazioni», dal memoir al giallo, passando per la graphic novel.
In cima alle preferenze, l’autofiction. L’anniversario di Bajani racconta dieci anni di silenzio con il padre, senza recriminazioni né sconti. Una voce misurata, che Emmanuel Carrère ha definito «scandalosamente calma».
Rasy torna in finale quasi trent’anni dopo Ritratti di signora. In Perduto è questo mare ripercorre la propria infanzia tra Napoli e Roma, con un sogno ricorrente — lei, in fuga, porta sulle spalle Raffaele La Capria — che si fa miccia narrativa.
Più frammentato il lavoro di Paolo Nori, che incrocia la propria vicenda con le poesie di Raffaello Baldini, e racconta la fragilità con ironia e precisione chirurgica.
Infine, Nadia Terranova. Dopo il successo di Addio fantasmi, torna con un romanzo dove la follia e le relazioni familiari si mescolano in un racconto intimo e potente. Le sue possibilità di vittoria, quest’anno, sembrano concrete.
Appuntamento all’ultima tappa, il 4 luglio al giardino del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma (diretta tivù su Rai3), in una serata condotta da Pino Strabioli.. La finale del premio letterario più famoso d’Italia si annuncia combattuta.
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