«Potremo abbatterli. Ai cinghiali spariamo a ottobre»
FANO Per la prima volta si abbatte un tabù che, pur preservando l’integrità di una specie protetta, è stato a lungo contestato dagli allevatori e dagli agricoltori che ne hanno sopportato con gravi danni le conseguenze. Infatti, sarà consentita, anche se in termini numerici limitati, la caccia ai lupi. Lo ha reso noto il presidente della Federcaccia di Fano Paolo Antognoni nel corso dell’assemblea annuale della sezione che si è svolta sabato scorso nella sede della cooperativa Tre Ponti.
«Grati al governo Meloni»
«Dobbiamo essere grati al governo – ha detto Antognoni – perché ha chiesto alla commissione europea il declassamento del lupo ed ha ricevuto una risposta positiva. Di conseguenza l’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha fatto un censimento in ambito nazionale e un piano di abbattimento di 150 esemplari. Siamo ai primi passi che ancora non risolvono il problema di una equilibrata convivenza tra il lupo e l’uomo. L’Ispra, infatti, ha calcolato che in tutta Italia circolino 3.500 lupi; numero secondo noi molto sottodimensionato, dato che riteniamo plausibile che l’animale sia presente in tal numero solo nella nostra regione. Ora spetterà ad ogni singola Regione richiedere il numero di lupi che, entro i 150 esemplari, potranno essere abbattuti nel proprio territorio».
Accanto al problema dei lupi, c’è quello dei cinghiali che in agricoltura appaiono ancora più dannosi. Per la prima volta la caccia all’ungulato è stata autorizzata anche nel mese di ottobre, un mese non molto propizio secondo i cacciatori per la presenza di non poche persone nei boschi, ma utile ai coltivatori al fine di ridurre il numero di esemplari che potrebbero scorrazzare nei campi devastando i raccolti.
All’assemblea della Federcaccia sono intervenuti il sindaco di Fano Luca Serfilippi, l’assessore regionale all’ambiente Stefano Aguzzi e il deputato Antonio Baldelli. Antognoni ha portato anche il saluto del deputato Mirco Carloni trattenuto a Firenze al congresso della Lega. Simpatetico il rapporto con la giunta regionale, alla quale il presidente ha riconosciuto il merito di aver sostenuto le richieste dei cacciatori soprattutto per quanto riguarda il calendario venatorio, facendosi consigliare da un cacciatore esperto come l’ex consigliere di Forza Italia Giacomo Bugaro.
Le censure del Tar
Buono secondo Antognoni il calendario 2024, anche se emendato dal Tar per quanto riguarda la chiusura ai tordi al 10 gennaio e alle beccacce al 31 dicembre, invece che al 31 gennaio, nei cui confronti comunque è stato avanzato un ricorso al Consiglio di Stato. Lo stesso calendario è stato riproposto per il 2025. Anche nell’attività venatoria, inoltre, fanno il loro ingresso le nuove tecnologie: grazie alla telemetria satellitare, i tordi e le beccacce catturati nel parco del Conero vengono dotati di dispositivi che rilevano i loro spostamenti. Questo ha dimostrato che invece del mese di dicembre, come si sosteneva in passato, le beccacce sono partite per la migrazione il 28 febbraio e i tordi nei primi giorni di aprile, evidenziando una prolungata presenza nel nostro territorio utile a una prossima modifica del periodo di caccia.
Massimo Foghetti
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