poteri rafforzati al Campidoglio, ma i Municipi restano in attesa
Il Consiglio dei Ministri ha dato ieri il via libera al disegno di legge che potrebbe cambiare per sempre il volto istituzionale della Capitale.
Roma si prepara a diventare “quasi” una Regione, con un Sindaco-legislatore, consiglieri capitolini con il potere di proporre leggi e una macchina amministrativa che punta più in alto. Ma cosa cambia davvero per chi vive nei quartieri, nei mercati rionali, tra le buche delle strade e i ritardi della raccolta rifiuti?
Il grande assente di questa riforma, almeno per ora, è proprio il territorio: i 15 Municipi, veri e propri Comuni nella città, restano in bilico, in attesa che il nuovo regolamento sul decentramento amministrativo venga approvato. Un testo esiste già, scritto dai minisindaci con il supporto dell’ex assessore Andrea Catarci, ma giace ancora in un limbo tecnico-politico.
E mentre il Campidoglio sogna le stanze dei bottoni, nei Municipi si fa i conti con scuole da manutenere, strade dissestate, parchi senza custodi. “Auspico che il futuro ordinamento sia equilibrato – ha commentato il Sindaco Gualtieri – con un decentramento che non comprometta l’unità dell’ente”.
Tradotto: sì alle deleghe, ma con prudenza. Sì alle politiche sociali, ma nessun riferimento a urbanistica, rifiuti o polizia amministrativa, le tre spine nel fianco di ogni presidente municipale.
Una riforma costituzionale che guarda al centro, ma i quartieri bussano alla porta
Il Ddl prevede, oltre alla modifica della Costituzione, anche una legge ordinaria che definirà nel dettaglio il nuovo assetto di Roma Capitale.
E proprio questa legge potrebbe essere decisiva per le sorti dei Municipi: con budget propri, deleghe chiare e competenze rafforzate. O, al contrario, con il rischio di essere ridotti a semplici articolazioni burocratiche, con pochi margini d’azione.
I Minisindaci: “Serve un salto di qualità”
Non è la prima volta che i minisindaci Pd sollevano il tema. Già nel marzo 2024, in una lettera pubblicata sul blog “Diurna” del consigliere regionale Massimiliano Valeriani, tre presidenti – Marchionne (III), Caliste (V) e Laddaga (VII) – lanciavano un appello al Sindaco: “Serve un salto di qualità. Serve più coraggio nel trasferire poteri veri ai Municipi”. Un appello rimasto, per ora, senza risposta.
E intanto nei quartieri, tra Tor Bella Monaca e Monteverde, tra i Parioli e Primavalle, la politica si tocca con mano. È qui che si misura l’efficacia del decentramento, è qui che i cittadini giudicano non una riforma costituzionale, ma se l’asilo sotto casa apre, se l’erba del parco viene tagliata, se l’ufficio anagrafe funziona.
Roma cambia pelle. Ma il rischio è che a cambiare sia solo il volto istituzionale, e non la vita quotidiana dei suoi abitanti.
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