Potenza, serve una svolta. Tifosi preoccupati dopo il match col Messina
Dopo Potenza-Messina si è alzata solo l’asticella della preoccupazione. Occorre oggettivamente mettere i piedi per terra e capire che se, a cominciare dall’ultima gara di andata a Francavilla Fontana, nel girone di ritorno le risultanze saranno quelle messe in campo nella partita che bisognava vincere a tutti i costi, allora sarà tutto tremendamente complicato. Il Potenza ci ha provato, è vero, agevolato anche da un’avversaria che ha deciso scientemente di arrivare al Viviani per fare 0-0, ma proprio il non essere riusciti a fare propria quella sfida in virtù delle millantate qualità tecniche della squadra rossoblù, deve fare stare tutti molto più agitati.
Si sono evidenziati tutti i limiti di una squadra senza idee di gioco, con zero verticalizzazioni, con un atteggiamento adatto a imporsi all’avversaria siciliana che è durato solo sette minuti, con qualche pallone messo in quell’area di rigore dove l’unico in grado di fare la differenza (Caturano) s’è fatto cacciare due partite fa senza un perché. E ha danneggiato il Potenza che è rimasto avvolto nella mediocrità complessiva della prestazione.
Prendiamo per buona la circostanza che è la seconda gara di fila che la porta resta imbattuta, ma se non si fa gol, se non si cambia il passo, i punti resteranno sempre troppo pochi. Su questi due aspetti circoscriviamo l’analisi della sfida di sabato: Sbraga messo fuori contro il Taranto da Lerda, per non si sa quali precisati motivi, è stato un abominio; perché finora Maddaloni abbia giocato solo le ultime due partite resta altrettanto misterioso.
E così la difesa è sistemata, ma è altro quello che ci fa preoccupare. Sono due partite che senza Caturano il Potenza non si rende pericoloso. Gli interpreti messi in campo hanno buttato alle ortiche l’occasione di non far rimpiangere il capitano. De Giorgio li ha messi dentro tutti e non ha avuto i frutti sperati: la prestazione di Asencio è stata a dir poco inguardabile. Se è questo il calciatore più dotato che abbiamo in rosa, bisogna riflettere. E il problema è che in questo stato non sarà cercato nemmeno da nessuno sul mercato.
Ovviamente la croce non va gettata solo addosso a lui. Gagliano e Di Grazia sono in un momento negativo, e Rossetti, che pure a Foggia ha fatto una faticaccia, paradossalmente contro il Messina è stato quello più propositivo, ma ha giocato appena 19 minuti, nonostante l’inconsistenza di chi gli è stato preferito. Ecco l’altro tarlo: non abbiamo assolutamente gradito le scelte iniziali di De Giorgio, che ha fatto fuori dall’undici di Foggia (che era sceso in campo con il solo obiettivo di non prenderle) proprio il solo Rossetti, che era il più adatto a giocare una gara in casa – per di più da ex – che si doveva provare a vincere.
Ma non solo. Anche la gestione dei cambi poteva essere differente, partendo dallo spagnolo che è rimasto dentro 70 minuti, per non dire dell’uscita di Saporiti che, è vero, non era brillantissimo fisicamente, ma che con Volpe era l’unico che si era fatto vedere fino ad allora in zona tiro. Poi Volpe, appunto: un pizzico di sfrontatezza ha il Potenza e lo deve a questo ragazzo.
Inconcepibile che a 21 anni non possa stare nel campo 90 minuti. Ed infine: siamo dell’idea che se un allenatore non riesce a vincere la partita con quegli uomini che ha messo in campo, piuttosto che fare le sostituzioni solo ruolo per ruolo, dovrebbe provare a inventare qualcosa anche a livello tattico. Insomma, in definitiva, il Potenza ha confermato di non essere ancora sulla strada giusta ed è un peccato che non sia riuscito a dimostrarlo nell’occasione più propizia contro una squadra normalissima e che non ha fatto nulla per provare a vincere (per Alastra zero parate).
L’anno scorso il Potenza chiuse il girone di andata a 21, sabato si va a Francavilla e si potrà addirittura migliorare quel rendimento (anche se lo score da trasferta dei rossoblù non induce certo all’ottimismo), ma resta la sensazione che non basterà per restare tranquilli e sereni. Serve tanto altro e soprattutto servono cambiamenti radicali e fatti in fretta, perché non si deve dimenticare che da quando il mercato apre (il 2 gennaio) a quando chiude (il 31) si dovranno giocare quattro partite (tra le quali gli scontri diretti con Brindisi e Monopoli in trasferta, e le sfide a Latina e Juve Stabia in casa).
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