potenza per il futuro scientifico
08.07.2025 – 23:15 – Dopo oltre 30 anni di attività e 160.000 ore di fascio fornite alla comunità scientifica internazionale, Elettra Sincrotrone Trieste ha ufficialmente avviato oggi il progetto Elettra 2.0, una nuova generazione di macchina di luce di sincrotrone che promette prestazioni fino a 1.000 volte superiori in termini di brillanza, coerenza e stabilità del fascio di fotoni. La presentazione si è svolta questa mattina nella sala sperimentale FERMI di Area Science Park, alla presenza delle istituzioni regionali e dei principali partner scientifici nazionali. Tra gli interventi, quelli del presidente e AD di Elettra Alfonso Franciosi, dell’assessore regionale Alessia Rosolen, della presidente di Area Science Park Caterina Petrillo e dei rappresentanti del CNR Federico Boscherini (IOM) e Cinzia Giannini (IC). «Con Elettra 2.0 costruiamo un’infrastruttura pensata per la scienza del futuro. Saremo in grado di osservare i materiali nella loro struttura più profonda e sviluppare tecnologie per medicina, energia e ambiente», ha dichiarato Franciosi. «È una nuova tecnologia di macchina di luce che vedremo applicata in tutta Europa e che sta già venendo applicata in tutto il mondo. Il nostro progetto di aggiornamento è il terzo finanziato in Europa: siamo quindi avanti rispetto a molti altri Paesi europei, che devono ancora intraprendere lo stesso percorso per tentare di raggiungere il limite teorico della brillanza», ha aggiunto.
La nuova infrastruttura – finanziata con circa 200 milioni di euro – sarà basata su un anello di accumulazione di quarta generazione con architettura multi-bend achromat (MBA) e sarà dotata di tecnologie avanzate come ondulatori in vuoto, magneti superconduttivi e cavità RF. L’obiettivo è fornire una sorgente di luce fino a 60 volte più coerente, con emittanza ridotta di 50 volte rispetto all’attuale Elettra. Il progetto prevede l’installazione di 32 stazioni sperimentali (beamline), di cui 12 completamente nuove, dedicate a settori strategici come materiali funzionali, dispositivi quantistici, imaging biomedico, catalisi e patrimonio culturale. Saranno inoltre attivati 12 laboratori specialistici a supporto degli utenti scientifici, anche durante il periodo di transizione, in parallelo con il laser a elettroni liberi FERMI, che continuerà a operare regolarmente. L’accensione della nuova macchina è prevista per il 2026, con l’arrivo dei primi utenti scientifici a partire dal 2027.
L’assessore regionale alla ricerca Alessia Rosolen ha sottolineato:
«È motivo d’orgoglio per la Regione Friuli Venezia Giulia poter contare sul proprio territorio su due delle infrastrutture globali di ricerca italiane, che rappresentano senza dubbio l’eccellenza di un territorio che ha investito molto nel sistema della ricerca, nel trasferimento tecnologico e che continua a investire in maniera strutturale sui talenti e sul rapporto con il territorio stesso. Le sfide nelle scienze dei materiali, nelle scienze della vita, nella medicina, nella comunicazione quantistica troveranno sicuramente, all’interno e grazie alla nuova infrastruttura e al lavoro complessivo di Elettra Sincrotrone, nuovi orizzonti per tutta la regione». Il progetto Elettra 2.0 prevede inoltre un piano per migliorare la sostenibilità energetica del sito, con lo studio di impianti fotovoltaici ad alta efficienza, capaci di ridurre i costi e l’impatto ambientale di una struttura che attualmente consuma oltre 32.000 MWh l’anno. Elettra Sincrotrone Trieste, fondata nel 1985 e attiva dal 1993, è oggi un punto di riferimento internazionale per la ricerca con luce di sincrotrone. Il suo sviluppo ha coinvolto, fin dagli anni ’80, figure chiave del mondo scientifico come Luciano Fonda e Carlo Rubbia, con il sostegno delle istituzioni nazionali e della comunità scientifica internazionale.
A portare il saluto della città è stata il vicesindaco e assessore alle politiche economiche Serena Tonel, che ha dichiarato: «Elettra ha portato sicuramente prestigio scientifico alla nostra città: un valore d’immagine, ma anche un valore economico importante, creando un indotto per Trieste, e un valore anche sociale. Il ringraziamento va, quindi, a chi ha contribuito a costruirla – nonostante, nel 1986, non fosse una scelta pacifica – ma il tempo ci ha dato ragione. Grazie a chi l’ha potenziata e grazie a chi sta lavorando all’ulteriore potenziamento, che permetterà di proiettare il Sincrotrone verso nuovi orizzonti di eccellenza scientifica. E Trieste, naturalmente, è grata a tutti coloro che, nel tempo, hanno dato il proprio contributo». È intervenuto anche Massimo Tognolli, assessore alle Politiche sociali e welfare del Comune di Trieste, che nel suo intervento ha ribadito l’importanza sociale di vivere in una città scientifica, capace di attrarre infrastrutture di ricerca d’eccellenza come Elettra Sincrotrone, con ricadute significative in termini di conoscenza, sviluppo e benessere per il territorio.
[f.v]