Potenza, i fedeli al Vescovo: «Lasci con noi don Franco»
Continua a tenere banco la vicenda legata allo spostamento di don Franco Corbo, dalla chiesa dei dei Santi Anna e Gioacchino. Fedeli in protesta scrivono all’arcivescovo Carbonaro. Intanto sono state raccolte 1.300 firme
Le firme di 1.300 persone e una nuova lettera sono state inviate all’arcivescovo di Potenza, monsignor Davide Carbonaro, dalla “Comunità dei Santi Anna e Gioacchino” che «accogliendo volentieri il nuovo parroco», chiedono che don Franco Corbo «possa restare con noi, in questa comunità, come un padre anziano che, negli ultimi tratti del suo percorso, piuttosto che essere allontanato dalla sua famiglia, venga circondato ancora dall’amore dei suoi figli».
I FEDELI IN PROTESTA PER LO SPOSTAMENTO DI DON FRANCO CORBO
La settimana scorsa, nella parrocchia di viale Dante, in una zona semi-centrale del capoluogo lucano, era scoppiata la polemica per la decisione di monsignor Carbonaro di indicare in don Antonio Laurita il nuovo parroco, «che inizierà il suo ministero pastorale il 14 febbraio 2026», con don Franco – 85 anni, dei quali 56 anni trascorsi a Sant’Anna, 19 da sacerdote e 37 da parroco. che sarà collaboratore della parrocchia di Santa Maria del Carmine di Avigliano.
LA LETTERA ALL’ARCIVESCOVO CARBONARO
«Sappiamo bene che rientra nell’autorità del Vescovo l’esercizio di trasferire i parroci, e siamo anche ben consapevoli – perché è quanto ci hanno sempre indicato don Franco e don Marcello – del valore dell’obbedienza da parte dei preti. Tuttavia, non ce ne voglia, nel caso di don Franco, ormai in età di pensione, allontanarlo dalla comunità nella quale ha speso tutta la sua vita ci sembra un gesto irrispettoso nei confronti di un anziano, di cui davvero non capiamo il senso», scrivono.
LA CO-ABITAZIONE TRA PRETI
«Pure qui sappiamo benissimo che non sempre è facile una co- abitazione tra un parroco vecchio e uno nuovo, ma anche alla luce di una disponibilità annunciata dallo stesso nuovo parroco, e del fatto che in questi cinquanta anni nella nostra parrocchia ci sia sempre stata una comunità di preti che hanno vissuto insieme, ci permettiamo di dire che un’esperienza del genere fra loro due si possa quantomeno provare».
IL TIMORE DELLA DISGREGAZIONE DELLA COMUNITÀ
«Non possiamo non manifestare – è scritto nella lettera, la seconda in pochi giorni, indirizzata all’arcivescovo – il rischio di una disgregazione della comunità, lo smarrimento di tante persone, dai più anziani ai più giovani. Le chiediamo di ascoltarci. Di ascoltare prima di tutto il cammino ultra decennale di questa comunità, la sua vita e la speranza di tante persone. È una comunità intera che glielo chiede. Una comunità viva, di persone libere. Vogliamo sperare che la Chiesa, soprattutto in questi tempi difficili, non perda la profezia. Le chiediamo di incontrarci. Venga a toccare con mano l’amore, la speranza e la passione che ci animano, oppure ci accolga per ascoltare questo nostro grido di dolore».
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