Trentino Alto Adige/Suedtirol

Posto al nido solo per un bimbo su 4 in Alto Adige – Cronaca



BOLZANO. Nei nidi, nelle microstrutture e presso le Tagesmutter dell’Alto Adige c’è posto solo per un bambino su quattro. «Secondo la raccomandazione del Consiglio d’Europa sulla prima infanzia, contenuta negli “Obiettivi di Barcellona per il 2030”, almeno il 45% dei bambini e delle bambine sotto i tre anni dovrebbe avere accesso a servizi per la prima infanzia», segnala Brigitte Foppa, capogruppo dei Verdi, «L’assessora Rosmarie Pamer ci ha detto che l’obiettivo è “non del tutto raggiunto”, ma con l’attuale 25% siamo lontani anni luce».

Di 14.880 bimbi e bimbe fino ai tre anni residenti in Alto Adige, il 16% è iscritto a una microstruttura, il 29% è seguito da una Tagesmutter. Più di sette bambini su dieci restano a casa, aspetto che comporta un carico aggiuntivo che spesso ricade sulle donne o sui nonni e, per i bambini, una mancata occasione per socializzare e formarsi. A Bolzano la copertura arriva al 34% (dai dati relativi al 2024 forniti da Juri Andriollo del Partito democratico, candidato sindaco alle scorse comunali).

Prima firmataria di una mozione che sarà discussa la settimana prossima in Consiglio, Brigitte Foppa chiede un piano complessivo per l’infanzia da 0 a 6 anni con servizi accessibili, continui, economicamente sostenibili e meglio coordinati con i bisogni delle famiglie e una valorizzazione economica del personale educativo.I Verdi chiedono di rivedere il rapporto numerico tra bambini e personale, attualmente una Tagesmutter ogni otto bimbi e un assistente ogni cinque bimbi nelle microstrutture, da portare a una persona ogni tre bambini (ogni due nel caso di bimbi sotto i 12 mesi). «Inoltre – prosegue Brigitte Foppa – la direttiva provinciale in vigore prevede uno spazio minimo di 4,5 metri quadri per bambino. Per un bambino con disabilità o con disturbi della percezione può essere ancora più difficile».

La capogruppo riferisce di una delibera della giunta in preparazione «sulla quale c’è forte tensione nelle strutture, perché pare che saranno cambiati i parametri e tra questi la superficie per bambino. Noi incoraggiamo ad aumentarla portandola ad almeno 6 metri quadri». Altre richieste riguardano l’accompagnamento pedagogico, un intervento sui criteri di accettazione e di precedenza («basta che la madre sia in disoccupazione perché i figli finiscano in fondo alla graduatoria») e flessibilità nell’inserimento durante l’anno.

Studentati pubblici

Ormai è assodato che c’è una grave carenza di alloggi per studentesse e studenti in Alto Adige. Oggi chi studia all’università paga mediamente tra 450 e 700 euro al mese per una stanza: una spesa ingente per molte famiglie. «Dal 2011 la Provincia non ha più realizzato nuove residenze studentesche», denuncia Zeno Oberkofler in vista di una mozione che porterà in Consiglio la settimana prossima, «Chi studia nella nostra provincia, dunque, si ritrova a dover cercare un alloggio sul mercato libero. Il diritto allo studio non può più dipendere dalle logiche di mercato. Per questo chiediamo che la Provincia investa, in collaborazione con enti senza scopo di lucro, in nuovi studentati pubblici con camere a prezzi realmente calmierati, che riprenda il progetto per uno studentato in via Siemens per il quale di recente è venuto meno l’accordo con il privato costruttore e che negli studentati inserisca una percentuale da destinare ai dottorandi». S.M.




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