Poste obbligava gli utenti Android a fornirle i dati di utilizzo del telefono e viene multata per 4 milioni di euro
La scorsa primavera, con un aggiornamento delle sue app per Android, Poste Italiane introdusse una pratica discutibile, che impediva l’uso delle sue app a tutti gli utenti che non avessero concesso loro l’accesso ai dati di utilizzo di Android.
Ne parlammo all’epoca, lamentandoci anche della scarsa trasparenza in merito ai dati raccolti e alle loro precise finalità, e a quanto pare avevamo ragione perché l’Antitrust ha appena multato Poste per 4 milioni di euro, proprio a causa di questa vicenda.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha stabilito che Poste Italiane ha violato il Codice del Consumo applicando una pratica considerata scorretta e ingannevole nei confronti degli utenti. Nel mirino sono finite due app in particolare: BancoPosta e PostePay, strumenti digitali molto diffusi per gestire conti e carte online.
Tale pratica, spiega l’Antitrust, è “in violazione degli articoli 24 e 25 del Codice del consumo, in quanto la possibilità per i clienti di Poste di poter continuare ad avvalersi delle predette App è stata subordinata al rilascio obbligatorio del consenso all’accesso a una pluralità di dati presenti nel proprio smartphone, in base a una richiesta genericamente motivata dalla necessità di garantire la sicurezza da eventuali frodi agli utenti delle app Banco Posta e PostePay“.
Ormai Poste ha interrotto tale pratica da diversi mesi, ma anche nella sua nuova app unica i permessi richiesti (per quanto non obbligatori) sono numerosi: tra questi la nostra rubrica telefonica e i soliti dati di utilizzo del telefono, “in assenza di tale autorizzazione, potrai continuare a utilizzare l’app, ma non consentirai a Poste di assicurarti un livello di protezione sempre più elevato“. E chissà che anche questa pratica, tra qualche tempo, risulti scorretta.
Source link