Porto di Ravenna è strategico. Dal Governo risposte insoddisfacenti
La vicenda del declassamento dell’ufficio doganale di Ravenna rimbalza dalla città alla Regione, passando per il Parlamento. E dopo la risposta del Governo non mancano le reazioni. Il tema emerso nelle scorse settimane è stato dibattuto in mattinata alla Camera dei Deputati, dove la ravennate Ouidad Bakkali (Pd) ha presentato un’interpellanza urgente rsul declassamento della dogana ravennate dalla prima alla terza fascia. Un’interpellanza, sostenuta da un ampio fronte istituzionale e sindacale, che ha evidenziato le gravi conseguenze che la riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli potrebbe avere sulla competitività e sull’operatività del porto ravennate. “Non si tratta di un’allucinazione collettiva, ma di una preoccupazione concreta espressa da sindacati, associazioni di categoria, Regione, Comune e Camera di Commercio”, ha sottolineato Bakkali.
In Parlamento il sottosegretario competente Luigi D’Eramo ha spiegato che l’ufficio doganale di Ravenna”risulta pesato e graduato, rispetto a tutti e 72 gli uffici italiani, in modo coerente, oggettivo ed equilibrato in relazione ai modelli impiegati in ambito internazionale”. E per questa sede non è previsto un declassamento, ma “una nuova valutazione del ‘peso’ delle responsabilità dirigenziali, commisurate a dati statistici oggettivi”. Dunque l’Adm starebbe effetuando una valutazione che si basa su un algoritmo che mette in relazione tutta una serie di fattori che includono competenze, processi decisionali e responsabilità in capo a ogni sede e porta a un punteggio complessivo che individua la fascia (cinque in tutto) di posizione per ogni struttura. Il tutto è quindi il risultato di un “articolato processo di comparazione”, precisa il sottosegretario, tra tutte le strutture usando un “algoritmo di valutazione comparativa”. E visto che gli incarichi assegnati per la gestione degli uffici locali Adm sono di tre anni “l’amministrazione avrà cura di verificare a regime – ha sottolineato D’Eramo – con cadenza triennale, il corretto allineamento di tutte le Strutture organizzative di riferimento”.
“Non siamo soddisfatti della risposta ricevuta dal Governo”, commenta laconica la deputata dem, che ha poi replicato: “Abbiamo appreso che possa esserci una revisione, ma che questa avvenga ogni tre anni per noi è fuori tempo massimo. Il porto di Ravenna sta affrontando investimenti cruciali per il futuro e questa decisione non tiene conto della sua strategicità, in particolare in campo energetico. Chiediamo che il governo sospenda immediatamente questo provvedimento e lo riveda con criteri più adeguati alla realtà operativa”. Bakkali ha inoltre aggiunto che l’annunciato incremento dell’organico, comunicato dal direttore dell’Agenzia delle Dogane nella giornata di ieri, è un fatto positivo ma non conseguenza di questa riorganizzazione: “Da anni chiediamo un potenziamento del personale per un ufficio che opera in condizioni di sotto-organico, ma resta il nodo centrale: non conosciamo ancora gli effetti concreti di questo declassamento sulle attività doganali di Ravenna. Il governo non può ignorare il rischio che questa scelta penalizzi l’efficienza, la sicurezza e la competitività del nostro porto”.
De Pascale e Priolo: “Una scelta ingiustificata”
“Prendiamo atto della risposta del Governo, ma non possiamo ritenerci soddisfatti. Riclassificare l’Ufficio delle Dogane in terza fascia è una scelta ingiustificata che, invece di supportare il rilancio infrastrutturale e logistico del porto di Ravenna, rischia di penalizzare un’infrastruttura centrale per il commercio nazionale e internazionale proprio nel momento in cui è oggetto di importanti investimenti per il suo potenziamento”. Lo affermano il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, e l’assessora regionale alle Infrastrutture, Irene Priolo, dopo la risposta del Governo all’interpellanza.
“Il Porto di Ravenna è uno snodo fondamentale per l’economia regionale e nazionale, un’infrastruttura che si colloca tra le principali d’Europa per traffici e prospettive di crescita – proseguono de Pascale e Priolo – Non condividiamo il metodo con cui è stato determinato questo declassamento, basato su parametri che non tengono conto della reale funzione del porto e delle dinamiche economiche e logistiche in atto. Fattori che un algoritmo non può calcolare, né che una revisione triennale è sufficiente a correggere”.
Il porto di Ravenna è infatti al centro di un ampio piano di investimenti e iniziative infrastrutturali fondamentali per la competitività del territorio, a partire dal Progetto Hub, che prevede il potenziamento delle banchine, il dragaggio dei fondali e il miglioramento dei collegamenti ferroviari. A questi interventi si aggiunge l’istituzione della Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna, pensata per attrarre investimenti e rafforzare la competitività del sistema portuale. “Siamo di fronte a una scelta che si basa su un approccio tecnocratico, più che strategico, e che rischia di penalizzare un’infrastruttura in crescita, su cui si stanno concentrando risorse pubbliche e private per rafforzarne il ruolo internazionale – concludono presidente e assessora – Continueremo a chiedere al Governo di rivedere questa decisione e di adottare criteri di valutazione più aderenti alla realtà economica e strategica del Porto di Ravenna. Non possiamo accettare che venga penalizzato proprio mentre si stanno gettando le basi per il suo futuro”.
L’assessora Randi: “L’algoritmo non tiene conto della complessità del nostro scalo”
Sulla stessa linea l’assessora al Porto, Annagiulia Randi che ritiene la risposta del Governo “insoddisfacente” e puntualizza: “Prendiamo atto della conferma del declassamento a terza fascia dell’ufficio doganale di Ravenna e chiediamo che il provvedimento sia rivisto, in quanto l’algoritmo con il quale è stato riclassificato non tiene conto della complessità del nostro scalo. La prossima azione sarà convocare al più presto un incontro tra tutti i portatori di interesse tra cui associazioni di categoria, Unione utenti e operatori del porto, Roca (Ravenna offshore contractor association) e organizzazioni sindacali, per decidere quali iniziative intraprendere”.
Cisl: “Si riduce la capacità di risposta alle necessità”
Deluse dalla risposta in Parlamento anche Cisl e Cisl Fp Romagna. “È del tutto assente una visione di prospettiva che tenga conto ed accompagni in modo coerente gli investimenti e tutti gli interventi in atto per lo sviluppo dell’attività portuale ed indirettamente del territorio ravennate, emiliano romagnolo e nazionale. Si è detto che è solo una questione di retribuzione del dirigente. Un’affermazione che suona come specchietto per le allodole. La retribuzione del dirigente è solo una conseguenza della valutazione della complessità attuata tramite algoritmo, non il fine. Il declassamento da prima a terza fascia riguarda prima di tutto un cambiamento del modello organizzativo del lavoro. Comporta infatti una riorganizzazione delle funzioni, che così attuata riduce la capacità di risposta alle necessità operative, che in questo contesto cresceranno con ritmi ben più veloci di qualsiasi monitoraggio triennale annunciato, col rischio così di perdere opportunità, perché come sappiamo chi non trova risposte adeguate in un luogo le cerca altrove”.
Si è detto che si potenzia l’operatività tramite il raddoppio delle Posizioni Organizzative di Elevata Responsabilità (Poer) e i maggiori organici. Anche in questo i conti non tornano. E’ vero che le POER passano da 1 a 2, ma allo stesso tempo le posizioni organizzative di reparto si riducono da 3 a 2, senza un reale incremento del totale. Non vediamo potenziamenti – proseguono i sindacati – Anche prendendo in esame gli organici complessivi, i numeri dichiarati dal Direttore Generale di Dogane e Monopoli appaiono solo un mero tentativo di nascondere l’evidenza. Sappiamo infatti che, fino a pochi anni fa, l’organico previsto per la sola Dogana era di 89 unità, numero peraltro mai raggiunto, mentre ora si vuol far credere che ci sarà un potenziamento perché in totale si arriverà a 72 unità. Ebbene guardiamo dentro questo annunciato potenziamento. Attualmente, l’organico in servizio è di 56 unità per la Dogana (+2 in prova) e di 5 unità per i Monopoli (+1 in prova). Sommando questi numeri, si arriva a circa 61/64 unità. Anche la previsione di 10 unità in più assunte da concorso, non è una conseguenza diretta della riorganizzazione, ma è un dato precedente. A conti fatti, gli organici restano praticamente gli stessi”.
“Ci auguriamo che le dichiarazioni dell’Agenzia siano solo una difesa d’ufficio e che si possano adottare misure più concrete per affrontare la vera sfida dello sviluppo – concludono Cisl e Cisl Fp Romagna – continueremo a vigilare e a lavorare con determinazione per questo risultato, nell’interesse del personale e dei servizi erogati. Le tante dichiarazioni da più parti formulate a sostegno di questa vicenda, fanno sperare che non saremo gli unici a ricercare questo risultato. Per andare oltre le singole dichiarazioni e dar vita ad una concreta convergenza, però, occorre un’iniziativa istituzionale capace di mettere in campo visibili azioni comuni, come è stato fatto in altre occasioni, per perseguire l’interesse del territorio e mantenere alta l’attenzione sulle problematiche derivanti da una riorganizzazione che rimane profondamente sbagliata”.
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