Pornografia online e disturbi sessuali maschili. A cura del dott. Angelo Mercuri
Gentili lettori, ho personalmente constatato che un gran numero di giovani maschi al di sotto dei 40 anni riferisce problemi sessuali (poco desiderio, poco piacere, scarsa eccitazione, impotenza) pur non avendo motivazioni organiche che li giustifichino; negli anni precedenti la sessualità era normale, poi hanno gradualmente perso interesse per il sesso o sono sopraggiunti problemi di erezione o di orgasmo. Sono stati dall’andrologo il quale ha escluso problemi ormonali, circolatori, anatomici, concludendo che i problema è di origine esclusivamente psicologica (o psicogena).
Certamente ansia cronica, stress, depressione, ossessioni sono condizioni “psicologiche” che possono rendere il sesso meno gradevole perché la sessualità è una funzione delicata che viene correttamente espletata solo se l’individuo (maschio o femmina) è in buona salute psicofisica: per la Natura infatti dietro ad ogni atto sessuale c’è una potenziale gravidanza quindi Essa tende ad impedire che soggetti momentaneamente non in grado di accudire la prole, procreino. Ancora, è cosa nota che chi assume psicofarmaci, soprattutto antidepressivi con forte componente serotoninergica, può frequentemente andare incontro a scarso desiderio sessuale, difficoltà di erezione e di orgasmo.
Tuttavia, i disturbi sessuali sono presenti oggi in una percentuale incredibilmente alta tra i giovani maschi, addirittura tra gli adolescenti e anche in chi non assume psicofarmaci e non ha particolari disturbi mentali.
Cosa sta dunque succedendo ai giovani e giovanissimi maschi europei ed americani?
Uno studio del 2002 trovò che nei maschi europei sotto i 40 anni la percentuale di disfunzione erettile era appena del 2% circa mentre nel 2011, la percentuale media salì al 22% nei giovani maschi europei tra i 18 e i 40 anni! E la percentuale ha continuato a salire negli anni successivi: una ricerca svizzera nel 2012 trovò un 30% di disfunzione erettile tra i 18 e i 24 anni; uno studio canadese del 2014 trovò negli adolescenti maschi tra i 16 e i 21 anni una percentuale di disfunzione erettile del 26%, basso desiderio sessuale 24% e problemi con l’orgasmo del 11% ; dopo appena 2 anni, nel 2016, lo stesso studio trovò il 47,9% di bassa soddisfazione sessuale, 46,2% basso desiderio e 45,3% di disfunzione erettile!
Sembra che la causa principale di una tale rovina della vita sessuale tra i giovani maschi non affetti da patologie psichiatriche e che non assumono psicofarmaci sia la visione frequente di pornografia online. L’impennata dei casi di disfunzione sessuale si è infatti avuta nei maschi al di sotto dei 40 anni a partire dal 2006, anno di inizio della diffusione su larga scala della pornografia online come oggi la conosciamo.
Nessuno sa dire con esattezza quale è il limite oltre il quale la pornografia rovina la sessualità reale tra uomo e donna ma nel 2015 uno studio statunitense trovò che la percentuale di studenti con scarso desiderio sessuale era pari allo 0% in chi non guardava filmetti porno mentre raggiungeva il 6% in chi li guardava per meno di 1 volta a settimana e andava al 16% in chi guardava pornografia online più di 1 volta a settimana.
La visione dei film pornografici infatti è fortemente stimolante sessualmente perché non vi è ansia da prestazione, perché si può vedere ciò che più si desidera in quel momento, perché vi è curiosità rispetto a nuove possibili scene più eccitanti del solito; per alcuni utilizzatori eccessivi di pornografia il sesso reale dunque diventerebbe scialbo e poco stimolante.
Molti giovani che si rivolgono all’andrologo per impotenza, scarso desiderio sessuale o difficoltà nel raggiungere l’orgasmo riferiscono infatti che questo succede solo nella vita reale mentre la masturbazione associata alla visione di pornografia, continua a funzionare. Studi di neuro-immagine funzionale (f-RMN) hanno evidenziato che il cervello di un fruitore patologico di pornografia ha molte analogie con quello dei chi usa cocaina o amfetamine: si accende veramente solo durante la visione delle scene preferite mentre resta spento nel sesso reale.
La buona notizia in questo desolato panorama è che sospendendo per alcuni mesi la visione di pornografia online l’interesse per la sessualità reale sembra ripristinarsi.
[Buona parte dei dati riportati in questo articolo li ho tratti da:“Is Internet Pornography Causing Sexual dysfunctions? A Review with Clinical Reports”
Autori: Brian Y. Park e altri (2016)]. Consiglio a tutti di leggerlo!
A. Mercuri
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