Ponte sullo Stretto, si va verso lo scontro finale. Salvini avanti tutta, domani il ministro arriva a Messina
Gli ambientalisti lanciano l’ennesimo ricorso all’Ue contro la realizzazione dell’opera. Attivato un presidio di «resistenza noponte»
Come nella guerra della Russia contro l’Ucraina, sul Ponte sullo Stretto nessuno dei due fronti contrapposti intende cedere di un passo. Ieri il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha ufficializzato che domani alle 12,30 il progetto sarà definitivamente approvato dal Cipess e che lui sarà alle 19 a Messina per il direttivo straordinario della Lega sul Ponte e l’indomani, alle 10, a Reggio Calabria. Gli ambientalisti hanno ribattuto lanciando l’ennesimo ricorso all’Ue contro la realizzazione di quest’opera, lasciando intendere che, anche se i cantieri dovessero partire, loro fino all’ultimo giorno non cesseranno di opporsi.
Con una nota, il ministero delle Infrastrutture ha fatto sapere che «mercoledì 6 agosto sarà sottoposta al Cipess l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, che comprende una articolata documentazione proposta dal Mit. Il Cipess è la massima sede di coordinamento istituzionale della programmazione economica, con particolare riguardo agli investimenti infrastrutturali – precisa il comunicato – . Per questo, l’approvazione del Cipess rappresenta un passaggio decisivo per l’opera, che consacra il riavvio del progetto fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini. Mai nella lunga storia dell’opera, infatti, si era arrivati ad una fase approvativa così avanzata».
Per il ministero, «il Ponte è un capolavoro ingegneristico da record mondiale, dalla campata unica della lunghezza di oltre 3 chilometri e larghezza di oltre 60 metri, che ospiterà 6 corsie stradali e due binari ferroviari, all’altezza delle torri di quasi 400 metri. Il Ponte sarà aperto al traffico di treni e auto 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, garantendo un più efficiente, sicuro e moderno sistema di collegamento tra la Sicilia, la Calabria e il resto del Continente, con una riduzione dei tempi di attraversamento fino ad un’ora per gli autoveicoli e fino a 2 ore per i treni. Si attendono reali opportunità di rilancio socioeconomico per il Sud e per l’Italia: crescita dell’occupazione; incremento del Pil; aumento del turismo; sviluppo della ricerca e del know-how; aumento della “credibilità” di un “Sistema Paese” che sviluppa la capacità di attrarre e realizzare investimenti pionieristici».
Di conseguenza, «è una tessera del mosaico trasportistico a completamento di uno dei principali corridoi Ue Nord/Sud, il corridoio Scandinavo-Mediterraneo, che rende l’area dello Stretto la porta tra il Mediterraneo e l’Europa e valorizza il potenziale della Sicilia come piattaforma logistica naturale. La realizzazione di un collegamento stabile tra Sicilia e Calabria risponde ad un obbligo dell’Italia associato a quattro obiettivi dei corridoi Ten-T: coesione, efficienza, sostenibilità e incremento dei benefici per gli utenti. Il progetto si inserisce in un più ampio piano di rilancio infrastrutturale promosso dal Mit, con investimenti in strade e ferrovie tra Sicilia e Calabria per 70 miliardi fino al 2032».
Di «giornata storica» hanno parlato, fra gli altri, Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Fi, il sottosegretario al Mit Tullio Ferrante, il deputato questore leghista all’Ars Vincenzo Figuccia, il senatore Nino Germanà, commissario della Lega in Sicilia. Mentre per il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, di FdI, «da qui parte la vera unità d’Italia».
Ma, come detto, sulle barricate sono schierate le associazioni ambientaliste, che chiedono l’intervento dell’Ue con tanto di procedura di infrazione: «L’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina è certo, documentato e, dopo anni di negazioni, ammesso dagli stessi proponenti l’opera. Per superare questa impasse è stata avviata una procedura speciale che consentirebbe comunque la realizzazione del Ponte secondo condizioni precise fissate dalle norme comunitarie, condizioni che però non sono state rispettate». Per questo Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf hanno presentato un nuovo reclamo all’Ue ad integrazione di quello già inviato il 27 marzo, chiedendo l’apertura di una procedura di infrazione.
Protesta anche l’associazione cittadina siciliana “Invece del Ponte”: «Non verrà approvato alcun via libera definitivo al Ponte sullo Stretto. Al contrario di quanto affermano Salvini e i suoi megafoni locali, non si darà il via a nessun cantiere, né inizieranno i lavori. Si tratta, piuttosto, dell’inizio di un percorso tutto in salita per chi ha trasformato un progetto fallimentare in una bandiera propagandistica. E soprattutto, si aprirà finalmente il fronte dei ricorsi legali, in tutte le sedi nazionali ed europee».
Caustico Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa Verde: «Il Ponte sullo Stretto rappresenta il più grande regalo ai privati nella storia della Repubblica: 14,6 miliardi di fondi pubblici, quando nel 2005 il costo dell’opera, assegnata tramite bando di gara, era stimato in 3,88 miliardi. Nemmeno Silvio Berlusconi, che del Ponte fece una bandiera, arrivò a tanto». Infine, il comitato Noponte Capo Peloro ha annunciato: «Abbiamo aperto, a Torrefaro, “casa Cariddi”, un presidio di resistenza noponte per promuovere momenti d’incontro e di lotta e per contrastare soprattutto le bufale siponte».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA