Ponte sullo Stretto, ok al progetto definitivo. Entro il 2033 la fine dei lavori. Salvini: “Porterà lavoro e nuova istruzione”. Tra gli obiettivi anche lo stop alla fuga dei cervelli
Un aspetto cruciale su cui il Governo e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, hanno voluto insistere: la formazione professionale per Sicilia e Calabria sarà il vero motore di sviluppo, capace di trasformare l’opera da semplice attraversamento a volano occupazionale e culturale.
“Guardando invece alla formazione professionale, interesserà prevalentemente Sicilia e Calabria, tra le regioni col più alto tasso di disoccupazione giovanile. Oggi un ingegnere che si laurea in Sicilia o Calabria può scegliere, ahimè, dove emigrare. Oggi stiamo investendo in Sicilia e Calabria più del doppio di quanto sta costando il ponte, investimenti sulle infrastrutture idriche”, ha sottolineato Salvini nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, snocciolando numeri e prospettive che danno concretezza a quanto oggi per molti giovani rappresenta più una speranza che una certezza: restare al Sud lavorando ai massimi livelli dell’innovazione tecnologica.
L’avvio dei cantieri fra settembre e ottobre segna anche l’inizio di un piano articolato di formazione tecnica e professionalizzante. Da qui al 2032-2033, quando i tecnici prevedono la conclusione dell’opera, migliaia di lavoratori – dai semplici operai agli ingegneri, dai carpentieri agli specialisti informatici e ferroviari – saranno richiesti nei cantieri di Messina, calibro internazionale viste le aziende coinvolte. Il consorzio Eurolink guidato da Webuild, con player mondiali come Sacyr, IHI, Cowi, Condotte e Itinera, lavorerà fianco a fianco con università e centri di formazione locali per garantire la presenza di competenze aggiornate e specializzate, con un occhio di riguardo ai giovani delle due regioni.
La scommessa, infatti, è duplice: arginare l’emorragia di talenti dal Sud e formare una nuova generazione di tecnici, capaci di ambire a posizioni di responsabilità nelle future grandi opere italiane e internazionali. Una metropolitana dello Stretto e 40 chilometri di nuove tratte ferroviarie e stradali richiederanno figure fino ad ora poco rappresentate sul territorio, mentre la stessa gestione del ponte – una volta operativo – offrirà scenari occupazionali di medio-lungo periodo.
In parallelo, è già attivo il dialogo tra imprese appaltatrici, enti di formazione e amministrazioni locali per integrare nei programmi scolastici e universitari percorsi su sicurezza, ingegneria sismica, tecnologie digitali applicate ai cantieri e gestione delle infrastrutture complesse. Tutti settori in cui il Ponte sullo Stretto si candida a rappresentare, per i giovani del Mezzogiorno, una palestra senza precedenti.
Il ponte – con i suoi numeri record, dalla campata di 3.300 metri alle due torri alte 399 metri, alla portata di 6 mila veicoli e 200 treni al giorno – sarà non solo l’icona di una nuova mobilità, ma anche di una riscossa professionale per le regioni più penalizzate dalla storica carenza di occupazione qualificata.
“È un’opera che non ha precedenti al mondo – ha concluso Salvini – e per le nuove generazioni di Sicilia e Calabria potrà rappresentare non solo un traguardo ingegneristico, ma la possibilità concreta di costruire il proprio futuro nella propria terra”.
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