Basilicata

Ponte sullo Stretto, arriva il no della Corte dei Conti al visto di legittimità

La sezione centrale della Corte dei Conti ha negato il ‘bollino’ alla delibera Cipess che lo scorso agosto ha approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Meloni e Salvini: «Decisione politica, il governo andrà avanti»


La Corte dei Conti ha bocciato la delibera Cipess dello scorso agosto che aveva dato l’ok al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. La Camera di consiglio della sezione centrale della Corte dei conti ha riferito di «non aver ammesso al visto e alla conseguente registrazione la delibera».
Un primo stop si era già registrato già nei giorni scorsi quando l’ufficio di controllo aveva sospeso il giudizio sulla delibera. Il dossier era stato trasmesso alla sezione centrale. Oggi – 29 ottobre 2025 – in udienza la magistrata Carmela Mirabella ha ribadito le ragioni che avevano portato l’ufficio a non pronunciarsi sulla delibera.

Tra le principali, la scelta del governo di far rivivere i vecchi contratti del 2006. Il rischio, per i giudici, è di non rispettare le norme europee sulle soglie economiche entro cui è possibile evitare di riproporre una gara.

I rappresentanti di Palazzo Chigi e dei ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia e delle finanze hanno proposto le loro controdeduzioni. Che, a questo punto, non sono state sufficienti a convincere i magistrati contabili. Le motivazioni della bocciatura, in corso di stesura, saranno rese note con apposita deliberazione entro 30 giorni.

MELONI: INVASIONE SULLE SCELTE DEL GOVERNO, NON CI FERMERANNO

Durissime le reazioni del Governo. «La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess riguardante il ponte sullo Stretto, è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento» dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. «Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi. Per avere un’idea della capziosità – aggiunge -, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento».

SALVINI: UN GRAVE DANNO PER IL PAESE

Sulla stessa linea il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini che parla di decisione «politica» da parte della Corte dei Conti e assicura che il governo andrà avanti. «La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico – dice Salvini -. In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da sud a nord. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti». Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. «Trovo assurda la presa di posizione della Corte dei Conti, ma sono certo che il governo andrà avanti in un processo ormai non più reversibile» dice Occhiuto. Il Ponte sullo Stretto, aggiunge, «rappresenta un’immensa occasione per la Calabria e per la Sicilia» dice Occhiuto».

Opposizioni all’attacco. Angelo Bonelli (Avs) chiede le dimissioni di Salvin. Il capogruppo Pd in commissione trasporti alla camera, Anthony Barbagallo, parla di «sonoro schiaffo a Salvini» e chiede che il governo si fermi.

Ora le possibilità sono due. La prima è il ritiro in autotutela della delibera. La seconda, invece, una nuova deliberazione del Consiglio dei ministri che richieda la pubblicazione in Gazzetta ufficiale anche senza il visto. È previsto dalla norma, nel caso in cui il governo riconosca nell’opera «interessi pubblici superiori». Dal tenore degli interventi del governo sembra chiaro che si seguirà questa seconda strada.


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