Ponte dei Mille, sorveglianza sanitaria per il cantiere: anche i ricoveri in ospedale nello studio
Genova. È stato presentato e sottoscritto il protocollo di sorveglianza sanitaria relativo ai lavori di ampliamento di ponte dei Mille nel porto di Genova. Il documento, redatto dal Alberto Izzotti, professore ordinario di igiene generale ed applicata presso l’Università di Genova , delinea le procedure per valutare l’impatto sanitario dell’opera secondo le linee guida della Valutazione di Impatto Sanitario (VIS).
Si tratta della prima iniziativa del genere che vede coinvolti questi tre enti. Una “prima volta” che nelle intenzioni potrebbe diventare un progetto pilota per il monitoraggio ambientale e sanitario durante le operazioni edili, e non solo. L’obiettivo primario della valutazione è valutare i possibili effetti sanitari dell’opera e del suo ampliamento, analizzando non solo il rispetto dei valori soglia ambientali – come nella Valutazione di Impatto Ambientale – ma anche i potenziali effetti sanitari al di sotto di tali soglie.
I lavori previsti includono la resecazione e la rettifica della banchina di Ponte dei Mille per consentire l’ormeggio di navi da crociera di grandi dimensioni. Saranno realizzate nuove strutture – accessi, passerella sopraelevata, terrazza di imbarco – e verranno eseguiti lavori subacquei sui moli sommersi con posizionamento di un sistema di protezione antierosione, oltre al dragaggio dei fondali per aumentarne la batimetria, vale a dire la profondità del fondale.

Il progetto di Ponte dei Mille
Gli inquinanti potenzialmente immessi in atmosfera saranno generati prevalentemente dall’attività di cantiere, con produzione e movimentazione di materiale polverulento, e secondariamente dal traffico veicolare. Nello specifico, si tratta di polveri atmosferiche a granulometria inferiore a 10 micron (i cosiddetti pm0) e 2.5 micron (i pm 2.5), note per i potenziali effetti sanitari, e ossidi di azoto, in particolare il biossido di azoto.
Il contesto in cui l’opera si inserisce è già caratterizzato dalla presenza di questi inquinanti, con il traffico veicolare nelle aree limitrofe che rappresenta la principale fonte preesistente di particolato. Nel documento viene evidenziato che la larga prevalenza di venti intensi dai quadranti di nord est favorisce la diffusione degli inquinanti del cantiere in direzione sud ovest, verso zone prive di insediamenti abitativi. Inoltre, l’elevata piovosità media mensile è considerata un elemento utile per attenuare la diffusione delle polveri. Sarà comunque prevista l’irrigazione artificiale nei periodi siccitosi come misura di mitigazione.
Metodologia di sorveglianza sanitaria
La valutazione dell’impatto sanitario in corso d’opera sarà eseguita analizzando la relazione tra i valori degli inquinanti immessi e la variazione degli indicatori sanitari, con particolare riferimento ai ricoveri ospedalieri. Il metodo statistico utilizzato sarà quello delle serie storiche.
Gli indicatori ambientali saranno quindi i pm10, pm2.5 e i Nox, che saranno rilevati da tre stazioni di monitoraggio di Arpal: una in area cantiere, uno nel pontile di fronte a Ponte dei Mille, in direzione dei venti e la terza nel giardino pubblico di piazza di Negro, a circa un chilometro dalle lavorazioni
Insieme a questi saranno messi a confronto gli indicatori sanitari. Quello principale sarà composto dal numero di ricoveri ospedalieri unitario su base cittadina – dati forniti da Asl – per diagnosi specifiche legate alle malattie respiratorie, chiaramente in forma anonima.
La valutazione
Secondo quanto riportato dal documento la sorveglianza sanitaria si articolerà in tre fasi, con report con cadenza semestrale. Si partirà con la valutazione ante operam, riferita ai dati registrati l’anno precedente all’avvio dei lavori, per capire lo standard su cui si inseriranno le lavorazioni. La valutazione successiva sarà quella durante le attività di cantiere, che prevede due anni di intervento e quindi quattro semestri di monitoraggio. Infine i dati saranno raccolti anche per tutto l’anno successivo rispetto alla chiusura dei cantieri, oggi prevista tra il 2027 e il 2028.
Nel documento fornita da UniGe si specificano, infine, le finalità dalla ricerca: la prima è quella di evidenziare eventuali impatti sanitari del cantiere per una correzione in corsa e per una futura prevenzione. Dall’altro lato, visto che il cantiere avrà modalità e durata di impatto in una zona praticamente attigua al centro cittadino, il progetto di sorveglianza sanitaria proverà a sgonfiare eventuali allarmismi. Ma soprattutto – e questa è la vera novità del progetto – sviluppare uno strumento di sorveglianza epidemiologica a lungo termine, frutto della collaborazione tra Università di Genova, Arpal e Asl, utilizzabile per future occasioni analoghe.




