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Polonia al voto: molto più che la semplice elezione del nuovo presidente

Sono aperte dalle 7 di domenica mattina le urne in Polonia per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. La sfida vede contrapposti Rafal Trzaskowski, sindaco liberale di Varsavia e candidato della Coalizione Civica (KO), e Karol Nawrocki, candidato sostenuto dal partito conservatore e nazionalista Diritto e Giustizia (PiS). Sebbene il ruolo del presidente polacco sia in gran parte cerimoniale, esercita una certa influenza sulla politica estera e di difesa e ha un potere cruciale di veto su nuove leggi. Questo potere può essere revocato solo con una maggioranza di tre quinti in parlamento, che l’attuale governo non possiede.

“In palio” c’è la possibilità per il governo di Tusk – che appoggia Trzaskowski, sindaco di Varsavia filoeuropeista – di fare progressi sulle promesse elettorali in materia di stato di diritto e questioni sociali, tra cui l’aborto e i diritti Lgbtq, dopo diciotto mesi di difficile convivenza con il presidente dell’opposizione, Andrzej Duda.

I seggi chiuderanno alle 21, con gli exit poll che seguiranno subito dopo.

Una vittoria di Nawrocki, storico ed ex pugile dilettante, prolungherebbe l’attuale stallo, rendendo difficile per l’esecutivo approvare riforme significative prima delle elezioni parlamentari del 2027.

“Referendum” sul governo

«Tusk conosce la posta in gioco e sa che se Nawrocki vince, si troverà con un governo in difficoltà per i prossimi due anni. E sarà peggio che con Duda, perché Nawrocki arriverà fresco, con un nuovo mandato da quello che si è di fatto trasformato in un referendum sul governo», ha affermato il professor Aleks Szczerbiak, docente di politica dell’Europa centro-orientale all’Università del Sussex.


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