Molise

Poliziotto ottiene trasferimento dopo tre anni. La moglie costretta a licenziarsi: risarcito – isNews

A seguire il procedimento, approdato al Tar, gli avvocati Iacovino e Fiorini


CAMPOBASSO. Poliziotto chiede il trasferimento per motivi familiari. Lo Stato si oppone. La moglie viene costretta a licenziarsi ma per lui, oltre a diversi provvedimenti arriva anche il risarcimento danni.

Tutto è cominciato nel 2018, quando un agente della Polizia chiese al Ministero dell’Interno e alla Questura di Napoli l’assegnazione temporanea nella provincia di Campobasso, per far fronte a una difficile situazione familiare. Il provvedimento che dispone il trasferimento arriva però solo tre anni dopo la presentazione della domanda e in conseguenza di ben due sentenze del giudice amministrativo, oltre a più pronunce cautelari.

Più precisamente, dopo la sentenza di accoglimento del 2018, il poliziotto ha goduto di un breve periodo di assegnazione temporanea, decorso il quale egli ha presentato una nuova istanza, anch’essa rigettata con un provvedimento impugnato nel 2019.

Nonostante l’ordinanza cautelare che imponeva all’Amministrazione il riesame della domanda e una pronuncia favorevole al richiedente in sede di ottemperanza cautelare, il Ministero non si è mai rideterminato sino alla pubblicazione della sentenza del 2020, cui ha fatto seguito l’assegnazione temporanea disposta con atto del 18 giugno 2020.

Nel frattempo la moglie si è vista costretta al licenziamento per fare fronte ai complessi oneri familiari (connessi alla gestione dei tre figli della copia) e, conseguentemente, il poliziotto, assistito dagli avvocati Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini, ha chiesto al Tar di essere risarcito (danno patrimoniale) per gli stipendi non percepiti dalla moglie dall’11 ottobre 2019 al 18 giugno 2020.

Il Tar Campania, ha ritenuto fondata la pretesa risarcitoria di natura patrimoniale, esprimendo il principio secondo cui “l’accertamento della fondatezza della pretesa sostanziale e, quindi,della spettanza del bene della vita rende fondata la domanda risarcitoria”. Per un totale di 7mila euro.


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