Polizia Postale e denuce, il marketing è in difficoltà? Ecco lo spoofing che supera i blocchi e triplica le chiamate
Uno squillo e il display del telefono annunciano un numero sconosciuto, scampato al filtro antispam. Rispondere non comporta rischi. L’interlocutore si presenta precisando che aveva ricevuto una chiamata dal vostro numero. Un mistero, va a sapere, ci si saluta. Passano pochi minuti e ne arriva un’altra, decine nel giro di un’ora che conviene spegnere tutto. La cosa si fa preoccupante. Si tratta di spoofing, come spiegano l’operatore telefonico interpellato e pure la polizia postale, dalla quale ci si reca per inoltrare denuncia. Il sospetto che qualcuno possa commettere qualche reato con il tuo numero in effetti non tranquillizza. C’è solo da aspettare qualche giorno, ci rassicurano, succede a tutti e non occorre denunciare poiché si tratta di chiamate automatizzate gestite da un software. I numeri vengono sostituiti periodicamente. Vero, sperimentato. In tre giorni tutto torna come prima.
Il fenomeno, si apprende, è in rapida crescita poiché il marketing aggressivo è in difficoltà. Per aggirare le difese degli smartphone, il registro delle opposizioni e la nostra risolutezza nel bloccare numeri sospetti, gli operatori senza scrupoli reagiscono inviando numeri contraffatti, sia da fisso che da mobile, ma in realtà la chiamata proviene da un call center. Se rispondiamo, potremmo avvertire il silenzio o la voce di un operatore che ci offre contratti e forniture vantaggiose, manco a dirlo, non come quelli che abbiamo già. Se non puoi rispondere al momento e decidi di richiamare quel numero, molti lo fanno, a ricevere la chiamata sarà invece l’ignaro utente reale, associato a quel numero, il suo “caller ID” per dirla in termine tecnico, ed è il nostro caso. Può anche capitare di essere chiamati dal nostro stesso numero.
Un vero delirio. Tale tecnica è particolarmente efficace poiché facilmente realizzabile, specialmente in ambito di telefonia mobile e poco o nulla possono fare gli operatori telefonici, polizia postale compresa. Sostanzialmente, tuttavia, ricevere queste chiamate indesiderate, oltre al fastidio, sembra, nella maggior parte dei casi, non comportare rischi. Talvolta, invece può trattarsi di vera truffa volta a svuotare il nostro credito telefonico o il conto corrente, se forniamo le nostre credenziali per l’accesso, credendo di dialogare con il numero della banca.
Una schiarita pare intravvedersi nella delibera di Agicom del 19 maggio. L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni avrebbe, infatti, individuato “misure tecniche volte a contrastare sia il fenomeno del telemarketing e teleselling aggressivo e illegale (attraverso l’utilizzo di un numero telefonico inesistente e non registrato, per impedirne l’identificazione), sia le frodi perpetrate utilizzando un numero telefonico modificato in modo da presentarsi all’utente chiamato come un soggetto pubblico (ad es., Forze dell’ordine) o privato (ad es., una banca) ”. Dovrebbe succedere entro il corrente mese di agosto. Staremo a vedere.
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