Politica e imprese europee al bivio di fronte ai pur sospesi dazi trumpiani
Il tema, tuttavia, è l’oggi (e in qualche modo anche il domani): come comportarsi dinanzi non già – o, almeno, non solo – di fronte a questa orribile politica daziaria, ma anche dinanzi a una chiusura (spero molto momentanea) nei confronti delle storiche alleanze e ai tentativi, palesi, di incidere sul funzionamento e, soprattutto, sull’unitarietà di altre Istituzioni, a cominciare da quella Europea.
Il voler spingere (costringere) le aziende a spostare le produzioni in America e gli altri Paesi (soprattutto se europei) a fare più acquisti dagli Stati Uniti, rinnega il ricordato principio della libera circolazione delle merci: fa davvero specie dover constatare che tali imposizioni (o, meglio, tentativi di imposizione) provengano dal Paese che, da sempre, per gli occidentali, ha rappresentato il baluardo della democrazia e della libertà.
Dinanzi a questa palese volontà sopraffattiva (e la sospensione è ancor più indicativa di ciò), pensando a noi e all’Europa, vi sono due possibilità di re-azione che attengono tanto al piano politico quanto al mondo delle imprese e che coinvolgono differenti soggetti.
Con riferimento al piano politico, si può essere più o meno in linea con i pensieri del cd “tycoon”, assecondando, a esempio, l’imposizione di accordi con lo stesso, da sbandierare magari come grandi conquiste frutto di grande credibilità personale; o, viceversa, si può essere parte importante e convinta di quella Unione alla quale, sulla carta, si appartiene e che, proprio sulla base di questi disdicevoli input americani, potrebbe trovare, come da più parti auspicato, una propria forza per “essere” e non solo “apparire” Unione.
Dopodiché c’è il mondo, fino a ora poco considerato, delle realtà economiche: e, anche qui, si può decidere di adeguarsi, singolarmente, alle imposizioni (non solo daziarie) e decidere, a esempio, di trasferire la propria produzione (o parte della stessa) negli Stati Uniti, oppure decidere, unitariamente, di non sottostare alle imposizioni, rafforzandosi in nuovi mercati e creando nuove opportunità, nell’attesa che questa buriana passi.
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