polemiche alla d’Annunzio durante la messa in ricordo di papa Francesco
È sconcertante che chi manifesta opinioni in modo dignitoso venga trattato in questo modo”. A parlare è l’associazione studentesca 360Gradi, che denuncia quanto avvenuto il 21 maggio nel Campus universitario della d’Annunzio, durante la celebrazione di una messa in memoria di papa Francesco. La funzione, officiata dall’arcivescovo Bruno Forte a un mese dalla scomparsa del pontefice, si è svolta nel piazzale di Lettere, suscitando perplessità tra parte della comunità accademica.
“Non mettiamo in discussione la possibilità di aprire un dibattito su temi religiosi all’interno dell’università”, si legge nel comunicato dell’associazione, “ma un conto è organizzare un convegno, un altro è celebrare una funzione religiosa solenne durante l’orario di lezioni, esami e riunioni”.
Secondo quanto riferito, due studenti hanno esposto cartelli in segno di dissenso, in modo silenzioso e senza interrompere la celebrazione. “Erano su una balconata, non urlavano, non disturbavano. Solo cartelli e silenzio”, spiega Carmela Santulli, presidente di 360Gradi.
Ma a quel punto sarebbero intervenuti agenti in borghese: “Sono stati identificati, condotti all’interno dell’edificio per fotografare i documenti e poi invitati a spostarsi in una posizione ‘meno visibile’. Quando uno dei ragazzi ha protestato, un agente avrebbe detto: ‘Se non fate come diciamo noi vi portiamo in questura così la messa finisce’”.
“La cosa più grave”, sottolinea Santulli, “è che non si sono neppure qualificati subito come poliziotti. Questo modo di agire mette in discussione la libertà di espressione dentro l’università”.
L’associazione solleva anche interrogativi sull’uso della mailing list d’Ateneo: “Viene utilizzata per pubblicizzare una funzione religiosa, mentre eventi accademici di interesse collettivo spesso non trovano lo stesso spazio. Quali sono i criteri?”.
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