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Poco carismatico e leader “popolare”: chi è Keir Starmer, nuovo primo ministro del Regno Unito


Poco carismatico e leader "popolare": chi è Keir Starmer, nuovo primo ministro del Regno Unito

Keir Starmer è il nuovo primo ministro del Regno Unito. I cittadini britannici chiamati a votare nelle elezioni anticipate indette da Rishi Sunak lo scorso 22 maggio hanno consegnato la maggioranza nelle mani dei laburisti, dopo 14 anni di governi conservatori.

L’inizio della carriera politica: ministro-ombra e consigliere della Corona

Figlio di un’infermiera e di un artigiano, Starmer è nato nel 1962 nel Surrey, un sobborgo londinese. Dopo gli studi in legge, ha iniziato a lavorare come avvocato specializzato nei diritti umani e, fino al 2013, a guidato l’ufficio di pubblica accusa del Regno Unito. Nel 2015, è entrato in parlamento come rappresentante della circoscrizione di Holbron and St. Pancras e, durante il suo primo mandato sotto la leadership di Jeremy Corbyn, è stato ministro-ombra per la Brexit. Il suo compito era analizzare e criticare le politiche del governo riguardanti il processo di uscita dall’Unione europea. Nel 2014, inoltre, è diventato membro del Consiglio privato di Sua Maestà.

L’ascesa a guida dei laburisti: “epurazione” dei radicali

Dopo la sconfitta elettorale del 2020 contro i conservatori guidati da Boris Johnson, Starmer è subentrato alla guida dei laburisti con una netta maggioranza del 56% al primo scrutinio. Appena insediatosi, ha dato il via a una profonda ristrutturazione del partito, da alcuni definita come una vera e propria “pulizia interna” e che ha generato accuse di epurazione. Molti membri dell’ala più radicale in politica ed economia, compreso Jeremy Corbyn, sono stati allontanati per presunte tendenze antisemite.

Personalità ed estrazione sociale: le “anomalie” di Starmer

Durante la campagna elettorale, Keir Starmer non è riuscito a suscitare grande entusiasmo tra gli elettori, che hanno percepito la sua immagine pubblica come distaccata e poco carismatica. Gli ultimi sondaggi prima del voto, infatti, hanno dimostrato che l’apprezzamento per il partito laburista era più forte rispetto a quello per il leader. Secondo alcuni osservatori, però, questo dato ha giovato al successo alle urne del nuovo primo ministro, dopo anni di leader “teatrali”. Starmer, inoltre, rappresenta un’eccezione nel panorama politico britannico. A differenza di molti suoi predecessori e contemporanei, infatti, non proviene da un contesto elitario. Bisogna tornare ai tempi di Margaret Tatcher per trovare un capo di partito che non fosse parte dell’high society.

Brexit e collaborazione: il futuro delle relazioni Uk-Ue

Tra i dossier più spinosi su cui il nuovo primo ministro dovrà lavorare, vi è quello della Brexit. Durante la campagna elettorale, Starmer ha più volte dichiarato la sua intenzione di rispettare il risultato del referendum del 2016 e mantenere il Regno Unito fuori dal mercato unico.

Ha però anche espresso la volontà di rinsaldare i rapporti con Bruxelles e di approfondire la collaborazione su temi specifici di interesse comune, come la gestione dei flussi migratori, le politiche ambientali e la mobilità lavorativa.


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