Umbria

Pochi soldi, caporalato e scarse tutele: i tanti problemi vissuti dai rider umbri


Il settore dei lavoratori digitali, in particolare quello dei rider, continua a mostrare forti criticità legate a bassi compensi, assenza di tutele e condizioni di lavoro spesso precarie.

Tanti problemi Del tema si è parlato mercoledì durante la seduta della Terza commissione dell’Assemblea legislativa regionale, che ha ascoltato i rappresentanti dei sindacati che seguono la categoria (insieme a un rider di Terni), nell’ambito dell’esame della proposta di legge regionale «per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali», presentata dai consiglieri dem Francesco Filipponi e Maria Grazia Proietti. Dall’audizione è emerso che i compensi medi dei rider si aggirano intorno ai 3,5 euro per consegna, mentre le piattaforme trattengono fino al 30 per cento del costo dell’ordine. A questi importi vanno sottratte tasse, contributi e le spese per i mezzi di trasporto, che restano interamente a carico dei lavoratori.

Caporalato e non solo Sono state evidenziate numerose problematiche, definite «molte e complicate»: tra queste il caporalato, i falsi account sulle piattaforme e la mancanza di tutele in caso di malattia o maltempo. Le giornate di lavoro, in alcuni casi, arriverebbero fino a sedici ore. I rappresentanti sindacali hanno sottolineato anche la varietà sociale del settore, che include persone in cerca di un reddito aggiuntivo e altre espulse dal mercato del lavoro. Centrale, secondo i partecipanti, sarà la scelta dell’inquadramento dei rider, se come lavoratori autonomi o dipendenti, poiché entrambe le opzioni presentano vantaggi e limiti.

La scadenza Nel dibattito è stata ricordata anche la scadenza del dicembre 2026, entro la quale l’Italia dovrà recepire la Direttiva europea 2831 del 2024. La normativa dell’Unione prevede di «migliorare le condizioni di lavoro e la protezione dei dati personali nel lavoro mediante piattaforme digitali», introducendo strumenti per garantire equità, sicurezza e trasparenza nei sistemi algoritmici di gestione del lavoro.

Gli obiettivi La proposta di legge umbra si ispira alle esperienze già avviate nelle Marche e in Toscana. Tra gli obiettivi, quello di imporre alle piattaforme digitali l’obbligo di formazione per chi opera nel settore e di prevedere un’indennità compensativa nei casi di sospensione dell’attività per maltempo o temperature estreme. Il tutto da inserire comunque in un «contesto dinamico e in continuo cambiamento», che richiede un’attenzione costante nell’applicazione delle norme.

Ricci Il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Fabrizio Ricci, ha definito la proposta «un atto di grande importanza», sottolineando che «il tema del lavoro mediante piattaforme digitali rappresenta una delle sfide più importanti del nostro tempo». Ricci ha ricordato che la maggior parte dei rider «guadagna dai 2 ai 4 euro lordi a consegna» e lavora «sette giorni su sette, per una media di dieci ore al giorno, con pochissime tutele sociali e un elevato rischio di infortuni». Apprezzamento Ricci lo ha espresso per la proposta di introdurre un portale regionale dedicato al lavoro digitale, con un’anagrafe dei lavoratori e un registro delle piattaforme, per rendere più trasparente il settore e favorire la tutela dei lavoratori. Ricci ha concluso annunciando che in Commissione e in consiglio regionale si lavorerà per inserire nel testo misure specifiche di protezione contro gli eventi climatici estremi.

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