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Planning For Burial – It’s Closeness, It’s Easy: Una violenta catarsi doomgaze :: Le Recensioni di OndaRock

È un peccato constatare, all’atto di approcciarmi a questa recensione, che su queste pagine non sia mai apparso il nome Plannig For Burial, progetto gloomgaze (come piace chiamarlo a lui) dell’americano Thom Wasluck. Poiché questo “It’s Closeness, It’s Easy” è ormai il suo quinto Lp.
Decisamente in linea con il filone cui si ascrive, il moniker non può però essere sfuggito a qualche appassionato di tutto quel territorio macabro e assordante che va da blackgaze a doom, da drone a post-metal. Perché Thom nel settore è ormai un nome ben diffuso, che può fregiarsi di aver condiviso il palco con Deafheaven, Chelsea Wolfe e Have a Nice Life, oltre che, a proposito di questi ultimi, di incidere sin dal 2014 per The Flenser.

 

Allegando a questa recensione la preghiera a chi legge di recuperare almeno “Below The House” del 2017, va subito detto che la quinta opera di Wasluck non è la sua più immediata, interpolata com’è di stasi droniche e momenti dark ambient (“(Blueberry Pop)” e “Movement Two”, per citare le prime due), ma è certamente la sua più compiuta. Forse la più potente.
Già solo l’apripista “I Think” vale il prezzo del biglietto – per l’inferno, va da sé. Attacco di chitarra doom e batteria ad arare via ogni sorta di quiete, un ritornello cantato con la rabbia disperata e romantica del grunge e poi esplosioni doomgaze a ripetizione come sfondo di quelle urla laceranti che ci faranno compagnia per tutto il viaggio. Un pezzo insieme depresso e dinamico, che esalta le varie forme della disperazione e le potenzialità oscure di Planning For Burial.

 

Forse un filo più prevedibile, “With Your Sunglasses On Like A Ghoul” innesta nella formula chitarre ardenti, di quelle che lasciano il deserto dietro, e intermezzi melanconici. Con il suo passo distruttore ereditato dal doom dei Bell Witch, “Twenty-Seventh Of February” lascia emergere una grandiosa spinta epica, immagini di tetre ma maestose celebrazioni funebri.
Verso la conclusione, la cavalcata gaze verso la luce accecante di “Fresh Flowers For All Time” apre il disco a toni via via più pacificati, fino a sfociare nell’ambient eterea e speranzosa di “Farm Cat, Watching”. “It’s Closeness It’s Easy” acquista così la valenza di un viaggio catartico, durante il quale la musica assume forme dolorose e angosciose prima di trovare nuovi bagliori.

 

23/06/2025




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