Umbria

Più studenti ma meno docenti all’università. La Stranieri di Siena vola rispetto a quella di Perugia



Nelle università perugine si assume meno dei punti in organico messi a disposizione del ministero. E’ quanto emerge da una elaborazione dell’Università di Bergamo sui dati del ministero dell’Università e della ricerca, pubblicata dal Sole 24 Ore.

I punti in organico sono degli spazi di flessibilità annuali per coprire i tourn over messi a disposizione dal ministero sulla base dei pensionamenti e delle virtuosità di bilancio. Ogni università, quindi, sulla base delle rispettive autonomie di gestione, può sfruttare oppure no le possibilità aperte per le assunzioni. Ovvero decidere di destinare le proprie risorse in bilancio su altre voci, sulla base dei piani di sviluppo di ogni struttura. Le assunzioni riguardano professori ordinari, associati, ricercatori di tipo b o di tipo a.

La classifica pubblicata dal Sole 24 Ore realizzata dall’Università degli Studi di Bergamo sui dati del ministero

Dai dati resi noti risulta che l’università degli Studi di Perugia, negli anni che vanno dal 2010 al 2022, ha visto crescere il numero degli iscritti di 2,5 punti percentuali. Un dato significativo, a maggior ragione se si tiene conto del fatto, ad esempio che, nello stesso periodo, la media delle università italiane registra un calo degli iscritti di -2,8%. Una performance che riflette, particolarmente negli ultimi anni, un apprezzamento per l’ateneo perugino da parte degli studenti universitari che, come è noto, hanno provenienze varie. A fronte di questo aumento, il ricorso ai punti organico è stato del 32%. Vale a dire che le assunzioni sono state circa di un dipendente su tre, rispetto a quelli che era possibile assumere. L’Università degli Sudi risulta quindi tra quelle in ‘assestamento’. Si tenga conto che la media delle università italiane è pari al 47%, ovvero assunzioni pari a poco meno della metà del personale che sarebbe stato possibile assumere.

Cambiano le cifre per quanto riguarda l’Università per Stranieri che, invece, nello stesso arco di tempo di 12 anni, ha visto ridursi il numero degli iscritti del 34,4 percento. E’ infatti nell’elenco delle università in ‘contenimento’. Il ricorso a nuovi contratti di assunzione, sulla base dei punti organico, in questo caso, è stato del 37%. Ovvero, nuovamente sotto la media nazionale, ma superiore all’università degli Studi, nonostante il significativo calo di iscritti. 

Perdono iscritti, come l’Università per Stranieri anche altre università: tra quelle con cali significativi ci sono quella di Teramo con -37,5%, Catania – 29,3%, Sannio -46,1%, Mediterranea -44,3%, Chieti – Pescara -32%, L’Aquila – 29,5%. L’altra università per Stranieri, ovvero quella di Siena, invece dimostra performance positive sia sugli iscritti, con un vertiginoso aumento del 155,8%, sia sulle assunzioni con un 93,8 percento delle possibilità offerte dal ministero, collocandosi ai vertici della classifica, tra gli atenei in forte espansione. 

Va ricordato, infine, che tra il 2016 e il 2022, sono arrivati in successione quattro decreti ministeriali che disciplinavano altrettante tornate straordinarie per l’assunzione di ricercatori e, un quinto che regolamentava lo stanziamento di 75 milioni per il 2022 e di successivi 300 milioni a partire dal 2023 per le assunzioni di professori, ricercatori di tipo b e personale tecnico – amministrativo. Ha rappresentato, per molte università, la possibilità di avere a disposizione più personale senza intaccare i propri bilanci. 

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